È uno scorcio di rara bellezza, che comunica quiete e serenità, quello che appare al viaggiatore a bordo del battello in arrivo a Weltenburg: l’abbazia si adagia sulla sponda di un’ansa del grande fiume Danubio, che qui si stringe tra pareti di roccia e pendici boscose.
In passato meta di pellegrinaggi, oggi di turismo, il complesso monastico attualmente offre la possibilità di pernottare, organizzare convegni, godere delle opere d’arte custodite tra le mura, assaggiare i piatti tipici serviti nel ristorante che si affaccia sul cortile, e degustare le specialità birrarie prodotte al suo interno.
Antichissima tradizione
«La produzione birraria qui a Weltenburg – ci spiega padre Thomas Freihart, abate responsabile delle attività del monastero – risale almeno all’anno 1050: lo testimonia un documento, conservato nell’archivio di stato a Monaco di Baviera, in cui sono registrate le consegne di derrate alimentari al convento; tra esse, c’è la voce relativa al malto, considerato come tassa e utilizzato dai monaci di allora per il brassaggio. È interessante notare che la birra, a un certo punto della storia di Weltenburg, ha sostituito il vino: la coltivazione dell’uva, iniziata dagli Antichi Romani, fu infatti abbandonata a causa del clima, divenuto inadatto per le vigne».
La gamma
Nel rispetto dell’antica tradizione monastica, e secondo criteri di artigianalità e passione a Weltenburg, nascono 11 specialità dal gusto intenso e dal corpo pieno, ricche di sfumature aromatiche date dalla loro preziosa complessità.
La lunga maturazione effettuata nelle cantine scavate nella roccia, permette di ottenere il meglio che queste specialità possono esprimere.
Le birre Weltenburger Kloster sono importate in Italia dall’azienda Mutinelli di Rovereto.