Atmosfera metropolitana in Brianza con il TJB Missaglia, locale giovane, dinamico e decisamente friendly, aperto nel luglio del 2014 da Tommaso Zangrillo e dal suo compagno di studi Justin (ecco svelata la seconda lettera dell’acronimo TJB, dove T sta per Tommaso e B per burger). «Siamo nati come hamburgheria, siamo stati tra i primi in zona a portare qui un trend che si evidenziava già nelle grandi città come Torino e Milano: attenzione alla stagionalità, freschezza, tracciabilità delle materie prime, qualità organolettiche elevate, sostenibilità, autoproduzione di pane, salse e patatine fritte» spiega Tommaso Zangrillo.

I fornitori

Dopo la laurea in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo, Tommaso ha seguito la sua passione per la cucina in modo rigoroso: «I fornitori principali sono stati selezionati dopo diverse visite e analisi delle aziende di produzione per garantire al meglio la qualità al consumatore finale. Ho avuto la fortuna di trovare piccoli fornitori e produttori per carne di maiale e manzo, farina macinata a pietra, frutta e verdura con i quali si è instaurato un rapporto di amicizia e familiarità».

Un locale per tutti

Ovviamente, grande attenzione anche per il beverage, motivata anche da «una grande passione sia per la birra sia per il vino», come tiene a precisare Tommaso Zangrillo. Partendo da questi presupposti, la sfida, dice Tommaso, è stata quella di progettare un ristorante che potesse accogliere tutte le fasce d’età, dai giovani alle famiglie, in una piccola realtà locale: «Io sono cresciuto qui a Missaglia. Il progetto era quello di creare un locale che non fosse solo ristorante o solo bar, ma dove si potesse passare una serata dall’aperitivo in poi». A distanza di 5 anni, il bilancio è sicuramente positivo, tanto che si pensa anche alla potenziale apertura di altri locali di questo tipo.

Non solo burger

La clientela continua ad apprezzare lo studiato menu, che propone una lunga lista di panini con burger tra classici, gourmet, proposte di mare e vegetariane, e poi, tartare, tagliate e insalate oltre a stuzzicherie varie come le patatine fritte, gli anelli di cipolla, lo gnocco fritto, i nuggets di pollo e la spadellata di verdure. Da segnalare, il burger della casa con manzo, fonduta di Grana Padano, bacon croccante, insalata, pomodoro, ketchup e maionese.

Le birre

Da bere, oltre a una buona scelta di vini, quattro spine di birra, con la prospettiva di un raddoppio nel giro di qualche mese, in particolare, la Wieninger Helles e Märzenbock e due della Sierra Nevada, la Celebration e la Pale Ale. Proprio  queste due specialità insieme ad altre due del birrificio californiano, la Narwhal e la Nooner, sono state protagoniste recentemente di una serata evento con degustazione condotta da Steve Grossman, co-fondatore di Sierra Nevada, e da Stefano Rappoldi di Interbrau, che importa e distribuisce il prodotto in Italia. «Le Sierra Nevada ci sono piaciute subito per diversi motivi. Innanzitutto, sono birre di qualità caratterizzate da un’impronta decisa. Inoltre, sono, per caratteristiche organolettiche, perfette per la nostra cucina» spiega Tommaso.

Vasto l’assortimento di superalcolici, impreziosito da alcune ‘perle’, come gli infusi speciali dell’azienda artigianale cuneese Palènt.

«Cerco una qualità elevata in tutto il reparto beverage – conclude Tommaso Zangrillo. – È il modo migliore per puntare a una clientela interessante ed esigente, sempre più informata tanto da darci addirittura stimoli continui».