Speciale Post Estate. Uno scatto in bianco e nero

A tutta birra. Se questa è, senza dubbio, la viva speranza che tutti nutrono per la ripartenza post Covid, i risultati, nei fatti, raccontano un’estate diversa. Ripresa sì. Ma con cautela. I locali sono tornati a riaprire, ma con diverse criticità, come dimostra l’opinione incerta, emersa già a luglio dall’indagine FIPE relativa alla valutazione sull’andamento dell’attività dalla riapertura, di chi ha scelto di riaprire (tab. 1). La crisi del settore Horeca rischia di minare profondamente il comparto birrario e con esso l’intero sistema nazionale, le cui stime già parlano di un PIL al ribasso anche del 15%. «Il settore birrario – spiega Alfredo Pratolongo, numero due di AssoBirra – è diventato un prezioso asset per l’Italia e oggi più che mai può essere un alleato strategico in chiave di ripartenza. Basti pensare che nel 2018 il valore condiviso della filiera della birra aveva superato quota 9 miliardi di euro». E aggiunge: «Il settore birrario è fortemente dipendente dall’Horeca e le incertezze legate al rapporto tra consumi e nuovi comportamenti sociali dovuti all’emergenza sanitaria potrebbero creare ulteriori tensioni. Non a caso la perdita complessiva di volume e valore in tutta la filiera sarà molto ingente nel 2020, e la ripresa nel corso del 2021 sarà lenta e non priva di ostacoli».

Nuove rotte post Covid

A frequentare locali e birrerie, in questi mesi sono stati soprattutto giovani e giovanissimi che, spiegano dalle aziende, sono spesso meno attenti a una scelta di prodotto ragionata. Un trend che, unito alla decisione di molti produttori di puntare su referenze consolidate, ha favorito il successo di birre a largo consumo, come ad esempio le chiare, a scapito della varietà. Se il percorso di ripartenza è ancora lungo, il Covid ha già segnato la rotta sotto molti punti di vista. Tra questi, ricorda anche AssoBirra, il tema di una maggiore attenzione alla salute, inevitabile eredità della pandemia, che porta con sé strategie come quella dell’esaltazione di un basso contenuto alcolico o di altre caratteristiche salutistiche. La capacità di decifrare le nuove esigenze, di pari passo con la risoluzione di problemi contingenti come la mancanza di liquidità e la necessità, urgente, di risolvere l’annosa questione legata alle accise, sono strumenti essenziali per ripartire. Il rischio, fanno notare in molti, è quello che, altrimenti, la rinuncia a momenti di socialità e consumo diventi un’abitudine. Nella speranza che non arrivi una seconda ondata.

Celli, ottimismo e responsabilità

«A parte la sofferenza delle città d’arte, il mondo Horeca ha avuto un mese di agosto molto positivo». È all’insegna dell’ottimismo il bilancio fatto da Sandro Pireddu, Celli Group Sales Manager Italy. Un ottimismo che non nasconde le difficoltà, ma che pone a sé e ai propri collaboratori nuove sfide. «Durante la chiusura, il nostro primo pensiero è stato quello di tutelare la rete di Concessionari e Rivenditori, da sempre fiore all’occhiello del Gruppo Celli. Li abbiamo supportati con programmi specifici, affrontando insieme le nuove sfide che ci chiamano a ridefinire le regole del settore». Tra queste c’è senza dubbio quella di imparare a convivere con il virus. «Abbiamo tutti gli elementi per poter credere nel futuro. Purtroppo la birra sta alla socializzazione come il Coronavirus sta al distanziamento sociale. La buona notizia è che gli ultimi mesi hanno dimostrato che si possono frequentare locali con ragionevolezza. La nostra sfida è socializzare con un nuovo senso di responsabilità così come da sempre bisogna bere in modo responsabile». E i progetti non mancano. «La ripresa dei consumi di birra tra luglio e agosto ha stimolato tantissimi grossisti di bevande ad aderire al nostro progetto 4DRAUGHT, per l’Horeca. Prevede l’acquisto da parte del Gruppo Celli dell’intero parco di impianti di spillatura della birra e il rinoleggio al grossista, con un contratto comprensivo dei migliori servizi di assistenza tecnica. Il grossista beneficia di un’importante entrata finanziaria, con la quale può supportare i propri clienti e ridurre i costi operativi, grazie anche a Celli Service, il primo network di avanzatissimi servizi di assistenza tecnica per impianti di spillatura in Italia. Il futuro per noi è continuare a innovare la tradizione della spillatura che, oltre a far risaltare la qualità del prodotto, riduce drasticamente l’impatto ambientale». www.celli.com

Toccalmatto, differenziare il mercato

Segnali positivi arrivano anche dal Birrificio Toccalmatto, che, fanno sapere dall’azienda, sta già lavorando a nuove proposte di mercato e a nuovi prodotti. «Ad oggi – spiega Federico Scapin, amministratore delegato– tutti i nostri clienti sono ripartiti e restiamo ottimisti sulla ripresa sperando non ci siano successive sorprese. La stagione estiva è stata per noi per fortuna estremamente positiva. Siamo stati in grado di adeguarci all’emergenza e con la ripartenza ci siamo messi nelle condizioni di aiutare i nostri clienti fornendo loro condizioni economiche favorevoli alla riapertura. Vista l’esperienza vissuta, siamo oggi ancora più consapevoli che per realtà come la nostra è fondamentale la differenziazione del mercato. Crediamo che questo punto abbia davvero fatto la differenza sulla ripresa e sul futuro post Covid». www.birratoccalmatto.com

Bononia, a rischio la socialità

Meno positivo, invece, il bilancio tratteggiato da Andrea Ingegneri, Socio Amministratore di Bononia Marketing Service. «Il settore Horeca – spiega Andrea – seppur in ripresa continua a essere negativamente influenzato da un clima di paura. Solo i consumatori più giovani tendono a concedersi momenti di socialità. Il consumatore “più maturo” fatica a uscire e le serate fuori casa rappresentano una rinuncia che si sta purtroppo trasformando in abitudine». Un rischio che va di pari passo con i cambiamenti provocati dall’emergenza Covid. «Il consolidamento della tendenza di scelte più ragionate da parte del consumatore – spiega per esempio Andrea – sta subendo, a mio parere, una brusca inversione di tendenza. Tutto ciò è dovuto a due fattori: la maggior presenza di giovani, meno sensibili alla qualità del prodotto, e la tendenza dei produttori a ottimizzare la produzione concentrandosi su referenze di maggior consumo a netto discapito delle “specialità”, penalizzate maggiormente dal calo nella domanda». Senza dimenticare una criticità essenziale di questi mesi. «Il problema più grave, esclusi gli enormi ritardi nei pagamenti, è consistito nel deperimento di un prodotto fresco e naturale come la birra. Molti hanno subìto perdite enormi, delle quali si sono spesso fatte carico le birrerie, con sostituzione di prodotti o note di accredito a valore. Serviranno seri provvedimenti di sostegno, la sospensione delle tasse, politiche attente, l’eliminazione di impicci burocratici e un efficace coordinamento fra Stati ed Enti locali che stenta a manifestarsi». www.bononiamarketing.it

Altafermentazione, il rischio di una ricaduta

La mia attività, dedicata al settore Horeca, è stata azzerata al 100% dal Covid-19 – racconta Walter Pasqualini, dell’agenzia Altafermentazione, che distribuisce in Italia i prodotti Huyghe. – L’estate però ha sicuramente portato una ventata di positività e le vendite di birra sono state soddisfacenti. Il bilancio dei mesi da giugno ad agosto è tutto sommato positivo e i pagamenti quasi tutti regolari». Il timore più grande resta però il ritorno di una seconda ondata. «Superata l’estate – sottolinea Pasqualini – si attenderanno i dati relativi all’economia generale che se positiva non farà altro che mantenere o aumentare i consumi, viceversa assisteremo a una ricaduta dei volumi. Il 2021 sarà l’anno in cui si andranno ad assestare le cose, scremando e confermando chi ha lavorato in modo soddisfacente negli anni precedenti». Una scrematura, Pasqualini ne è convinto, che risparmierà solo realtà solide, in grado di puntare su serietà, stabilità del prodotto e riconoscibilità. www.brouwerijhuyghe.be www.altafermentazione.com

Theresianer, bilancio interlocutorio

Una ripartenza abbastanza buona, già dal mese di giugno, è quella che emerge dal quadro tratteggiato da Theresianer, che parla di inaspettato ottimismo. «Nessuno poteva prevedere una ripartenza in questi termini – spiega Pierangelo Ranieri, Responsabile Comunicazione e Marketing. – Rimane, però, molta incertezza per i mesi a venire e le ripercussioni sul mercato. In grande difficoltà le città e le aree caratterizzate da una forte presenza di turisti stranieri e le aziende specializzate negli eventi. Il bilancio complessivo è interlocutorio. Siamo ripartiti ma non siamo ancora in linea con i volumi dello scorso anno». Tre mesi di chiusura totale sia per le vendite sia per gli incassi durante i quali Theresianer ha sostenuto quanto più possibile la propria clientela. Una grossa sfida è stata quella della ripartenza produttiva, priva di previsioni di vendita sulle quali pianificare. «Lavoriamo con tempi di maturazione del prodotto che vanno dalle 5 alle 7 settimane e questo ci ha imposto una particolare perizia e flessibilità per soddisfare le esigenze del mercato. Credo che non basti una sfera di cristallo per immaginare il futuro. L’incertezza resta alta. Si ipotizza una chiusura 2020 con dei cali importanti rispetto al 2019». www.theresianer.it

Hofbräuhaus TRAUNSTEIN, ripresa non prima del 2022

I risultati a macchie di leopardo, con differenze accentuate tra zone di villeggiatura e città, sono rimarcati anche dal birrificio Hofbräuhaus Traunstein. «Il mercato dopo il coronavirus – spiegano dall’azienda tedesca – ha subito un grosso cambiamento. In questa stagione estiva il mercato ha reagito positivamente. Tuttavia ancora oggi aleggia il timore che un nuovo lockdown possa vanificare gli sforzi fin qui compiuti». Tra le problematiche accentuate dal Covid c’è senz’altro quella dei pagamenti. «Sappiamo come rappresentino da sempre un punto cruciale per chi opera nel nostro settore e a causa del Covid-19 questo problema si è accentuato ancor di più. Sicuramente per l’anno 2020 sarà difficile vedere un segno positivo, la speranza è quella di contenere il più possibile il calo e le perdite derivanti. Per l’anno 2021 l’auspicio è quello di recuperare il terreno perduto ed arrivare ben lanciati al 2022, sperando che sia l’anno della definitiva ripresa». In questi mesi difficili HB Traunstein ha provveduto al ritiro e sostituzione del prodotto invenduto durante il periodo di lockdown, impegnandosi anche nell’ideazione di nuovi strumenti. «Abbiamo per esempio lanciato la campagna “Gioia di Vivere”, fornendo un kit a supporto della vendita che evidenziasse il concetto positivo espresso dalla birra come prodotto di consumo». www.hb-ts.de

Interbrau, questione di fiducia

Fiducia e maggiore attenzione alle novità sono invece due dati osservati da Sandro Vecchiato, AD di Interbrau, che offre una lettura interessante di questi mesi. «Nel momento della ripartenza – spiega Vecchiato – è stata soprattutto la fiducia verso i Brand da parte di tutta la filiera distributiva a fare la differenza. I consumatori hanno dimostrato voglia di bere la propria birra, quella di cui erano appassionati prima del Covid. Inoltre, abbiamo registrato anche una maggiore attenzione alle novità. Il lockdown ha infatti permesso a distributori e gestori di avere più tempo per fermarsi, informarsi, analizzare nuove proposte». A estate ormai finita, il bilancio fatto da Interbrau è sostanzialmente positivo. «È tornato l’ottimismo, c’è una forte voglia di ripartire, anche se lo scenario futuro ancora non si è delineato al 100%. I timori iniziali sono stati sedati già dai primi giorni di partenza dell’estate. Per noi è stato un periodo di analisi e di continuo monitoraggio del mercato, che ha avuto una forte evoluzione dall’anno scorso. Abbiamo riscontrato un buon feedback da parte del mercato. Consci che non potevano esistere delle soluzioni valide per tutti i nostri clienti, ci siamo seduti con ognuno di loro per risolvere, insieme, ogni criticità. Oggi bisogna ricostruire la fiducia nei consumatori nel tornare nei locali, e non può essere considerato un obiettivo di breve periodo». Gli scenari futuri sono difficilmente ipotizzabili. «Il Covid ha dato un’accelerata al cambiamento, il che è positivo. Ma dovremo vedere cosa ci troveremo davanti quando il mercato avrà ritrovato il nuovo equilibrio». www.interbrau.it

Royal Unibrew, l’importanza di REINVENTARSI

«Nonostante si pensasse a una situazione di ripresa graduale – raccontano da Royal Unibrew – quest’estate la ripresa è stata sorprendente. Questo segnale ci dà grande fiducia per il futuro. Il timore più grande è sicuramente quello di dover fronteggiare ulteriori restrizioni che possano impattare sia il nostro business sia quello dei nostri clienti». Ciò che è cruciale, a questo punto, rimarcano dall’azienda, è rimanere sempre aggiornati sui nuovi gusti e trend, diversificando la propria offerta. «Motivo per cui quest’anno abbiamo lanciato tre nuove referenze Ceres in linea con i trend del mercato: Unfiltered, IPA e Extreme Ten, e rilanciato in una nuova veste la mitica Red Erik. Questa stagione estiva fuori dagli schemi, oltre a confermare il boom dell’e-commerce e dell’home delivery, ha stimolato più di tutto la capacità di reinventarsi». www.royalunibrew.com

Leikeim, consumatori più selettivi

Di consumatore più consapevole e preparato parla anche Alexander Purucker, Export Manager del birrificio tedesco Leikeim. «Crediamo che in questi mesi di lock down le persone abbiano avuto modo di documentarsi e testare molti prodotti, tra cui molte birre artigianali italiane ed estere. Riteniamo che il consumatore sia oggi ancora più preparato e selettivo». E a proposito di numeri della ripartenza, Purucker è ottimista. «Considerando quanto accaduto, possiamo ritenerci soddisfatti dei volumi erogati. Purtroppo mancano i consumi delle feste all’aperto e una parte dei Biergarten. I timori oggi sono relativi a una seconda ondata di pandemia. Sarebbe la morte per tanti distributori». Nonostante tutto, però, Leikeim ha lavorato per proseguire il programma stabilito. «Abbiamo completato il restyling delle nostre etichette e il logo aziendale, inserito in gamma una nuova specialità (URSTOFF) e potenziato le vendite nei canali Porta a Porta e Beer Shop in tutta Europa con attività e promozioni di sell-in/sell-out mirate. Abbiamo in gamma 9 stili di birra, più una alcool frei e due Radler. Il che comporta uno sforzo immane per garantire un prodotto sempre reperibile e fresco. La qualità che ci contraddistingue ci permette di guardare al futuro con ottimismo» www.leikeim.de

Mutinelli, capacità di adattamento

Sulla quasi totale assenza di eventi mette l’accento Stefano Mutinelli, importatore e distributore di marchi quali Bischofshof e Weltenburger. «È indubbio che il meteo favorevole abbia contribuito a una ripartenza più vivace di quanto ci si potesse attendere – spiega – ma rimangono da valutare con attenzione i mesi futuri. È innegabile che certe aree geografiche siano ripartite molto bene. Fanno però da contraltare altre aree più turistiche come le grandi città, che ancora accusano pesantemente la mancanza del turismo straniero. Altro tema da analizzare è quello della mancanza di eventi: se da una parte si è manifestata come perdita importante di volumi, dall’altra ha permesso di riportare almeno parte importante di questi volumi nell’Horeca, aiutandone la ripartenza». Mutinelli sottolinea come la capacità di gestori e distributori di adattarsi in maniera veloce e flessibile ad eventuali scenari mutevoli sarà una qualità essenziale. Sui cambiamenti innescati dal Covid, alcuni portano con sé anche note positive. «Molti locali – spiega Mutinelli – hanno posto ancora maggiore attenzione a una comunicazione volta a rassicurare il consumatore, e credo questo sia un deciso miglioramento destinato a durare nel tempo». www.bischofshof.de www.weltenburger.de

Squillari, dinamicità e investimenti

La riapertura, secondo quanto raccontato da Elvira Ackermann, di Squillari Srl, ha avuto una netta accelerazione da metà agosto. «I primi mesi abbiamo lavorato poco sia nel canale ingrosso sia in quello al dettaglio. Dopo la riapertura post Ferragosto, gli ordini sono aumentati notevolmente. Si avverte una netta ripresa». A crescere in questi mesi è stato soprattutto l’e-commerce, con un aumento rispetto allo stesso periodo nello scorso anno del 380%. «Durante il lockdown ci è stato un boom del Delivery – prosegue Elvira. – Il 20% dei clienti che abbiamo acquisito in quel periodo è rimasto fedele e continua a ordinare tramite telefono e WhatsApp per ricevere la merce a casa». Lo sguardo sul futuro è aperto a un cauto ottimismo. «Siamo fiduciosi e ottimisti, e continuiamo a investire nella nostra azienda: stiamo ampliando e rinnovando uno dei nostri punti vendita e siamo in trattativa per un nuovo e più ampio magazzino per poter gestire meglio la mole di lavoro. Siamo convinti che in tempi difficili sia necessario fare nuovi investimenti, per dimostrare dinamicità e fiducia nel futuro». www.enotecasquillari.it

New Yorker, sicurezza e sostenibilità

«Abbiamo notato il delinearsi di un consumatore con un’attenzione maggiore al rapporto qualità/prezzo, all’origine del prodotto (non solo Made in Italy, ma anche regionale) e richiedente standard di sicurezza e sostenibilità del prodotto ancor più elevati». A parlare è Martin Rederlechner, Global Sales Director di New Yorker, la cui azienda, rispetto ai budget pre Covid-19, ha subito una perdita del 30% sul canale On-Trade. «Per contro – aggiunge però Rederlechner – sul canale Off-Trade si sono verificati inserimenti non pianificati, con relativi riordini, che hanno aiutato l’azienda a riequilibrare i canali distributivi. Nel nostro caso gli impatti che hanno pesato maggiormente sono quelli sull’export. Il nostro marchio, dove l’export cuba il 50% dei fatturati, ha patito soprattutto nei mercati statunitense, canadese, asiatico e sud americano». Le difficoltà in questi mesi sono arrivate anche dalla programmazione produttiva. «Non avendo una visione di medio periodo, il rischio più grande è stato quello di rimanere senza prodotto disponibile». In termini di formati vincenti, Rederlechner punta il dito soprattutto su un prodotto: il fusto PolyKeg da 24 litri capace di adattarsi alla flessibilità dei consumi, piccolo, leggero, con una stabilità di spillatura di 30 giorni e composto con materiali green totalmente riciclabili. «Inoltre – anticipa Rederlechner – il 2021 sarà l’anno del lancio della lattina da 33 cl e della New Yorker Beer alc. 0,0%». www.newyorkerbeer.co