Io credo in bio. E tu?
La cultura del biologico è in netta crescita. E il mondo birrario non ne è escluso
Sono ormai molti anni che in Italia la parola bio è associata esclusivamente al mondo del cibo e delle bevande. Era il 1992 quando il Moscato d’Asti ottenne la prima certificazione di prodotto biologico per un vino.
Ma forse non tutti sanno che la filosofia bio legata allo stile di vita e al cibo, nacque addirittura nel 1920!
Negli anni poi, quella che era una semplice (mica tanto, a dire il vero) filosofia, è diventata una vera e propria realtà commerciale, regolamentata da leggi e certificazioni. Nel 2010 la Comunità Europea ha messo definitivamente “il cappello” sul bio creando un vero e proprio logo e sancendo che: «Il logo biologico può essere utilizzato solo su prodotti certificati come biologici da un organismo di controllo preposto o autorizzato. Ciò significa che essi hanno soddisfatto condizioni rigorose relative alle modalità di produzione, trasformazione, trasporto e magazzinaggio. Il logo può essere utilizzato solo sui prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici e, inoltre, rispettare ulteriori condizioni rigorose per il restante 5%. Lo stesso ingrediente non può essere presente in forma biologica e non biologica. Accanto al logo biologico dell’UE deve essere indicato un numero di codice dell’organismo di controllo e il luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole che compongono il prodotto» (fonte da traduzione testo European Commission).
Senza dilungarsi oltre, essendo la birra un prodotto che proviene direttamente dalla trasformazione sapiente per mano di un mastro birraio, di prodotti provenienti da madre terra, poteva rimanere indifferente a tale opportunità? No.
Ed è così che grazie alla sensibilità del movimento dei birrifici artigianali italiani, ben radicati sul territorio, che sono comparse anche in Italia le prime birre a filiera bio certificata. E non poteva essere diversamente.
Oggi sono numerosi i birrifici che hanno la possibilità di brassare la loro birra biologica, tanto che per qualcuno è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica. E anche un certo tipo di industria medio piccola comincia a essere sensibile a questa opportunità di business. «Si va bene Federico, ma perché devo mettere nel mio locale anche le birre bio che ne ho già tante in frigo?» mi chiederete.
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“E pur si muove!”
Giocando con la famosa espressione di Galileo Galilei, la birra è un mondo in costante movimento ed evoluzione, che grazie soprattutto al mondo dei piccoli birrifici, è molto veloce a cogliere novità e a proporle. Quindi rimanere aggiornati e proporre novità, fa bene al business.
2
L’oceano è fatto di tante gocce.
Sono sempre più i consumatori che sono sensibili al tema della sostenibilità, della territorialità e della naturalità. La birra bio è il prodotto giusto per tutte quelle persone che cercano una risposta birraria per seguire i principi di cui sopra. Oggi, la birra bio è una nicchia, ma anche in questa nicchia ci sta la birra buona.
3
La filosofia fa stare bene.
Che piaccia o no, si beve anche per filosofia oltre che per puro piacere. E sapere che stai bevendo una birra, bio in questo caso, con filiera certificata, magari conoscendo la zona da dove viene l’orzo piuttosto che l’azienda agricola che lo coltiva con passione, fa stare bene e fa crescere la percezione del “value for money” nel consumatore. E se il consumatore sta bene, tutti noi stiamo bene.
1 bar su 2 ci crede
Il biologico trova sempre più spazio nei menu dei pubblici esercizi. Lo rivela l’ultima indagine ISMEA realizzata in collaborazione con FIPE e AssoBio e presentata lo scorso anno. Emerge che oltre il 50% dei bar italiani e quasi il 70% dei ristoranti propongono o impiegano nelle loro preparazioni culinarie cibi, bevande e materie prime biologiche al fine di garantire ai propri clienti una scelta più ampia, servire cibo più salutare e qualificare la propria offerta.
Più nel dettaglio, dei circa 111 mila bar attivi sul territorio italiano, uno su due ha in parte orientato la propria offerta verso referenze ottenute con metodo biologico, con un’incidenza più elevata nei punti vendita ubicati nelle città del Centro e Nord Italia e con un numero di addetti superiore a 6.
Dal lato ristorazione, i dati sono ancora più confortanti confermando un’elevata penetrazione dei prodotti biologici che trovano impiego presso ben i due terzi degli oltre 157 mila ristoranti attivi sul panorama italiano.