3 MOTIVI 

di Federico Maria Liperini*

UNA BIRRA FA GOLA DI PIÙ

Radler e Panaché non sono da puristi, ma sono una splendida occasione per una bevanda estiva rinfrescante che rimanda al mondo birrario. Un modo per conquistare chi una Lager o una Ale non se la berrebbe mai

Leggenda narra che tutto nacque nel 1922 per colpa di un nutrito, anzi foltissimo gruppo di ciclisti tedeschi, che fermandosi nella solita osteria sulla via di casa, come consueto decise di rifocillarsi a boccali di birra prima di rientrare dalle gentili consorti. Erano troppi (leggenda narra circa 13.000 ndr) e non previsti dal fortunato e sorpreso oste. La birra sarebbe durata ben poco con gli assetati ancora lì a fare festa, pardon a rifocillarsi e per non perdere l’incasso l’oste iniziò a miscelare la birra con la limonata con la scusa «voglio farvi tornare a casa sani»! Nacque la birra Radler, che in tedesco appunto vuol dire ciclista. E i francesi? «…e i francesi che s’incazzano che i boccali ancora gli girano…» parafrasando i versi di Paolo Conte. L’idea iniziò a correre fino ad arrivare in Francia, i cui cittadini ipernazionalisti decisero di creare la loro versione, fatta con mezza birra lager e mezza gassosa o mezza limonata, rigorosamente miscelata al momento. Ovviamente doveva avere un nome francese, Panaché appunto, che in francese significa variegato, vario, misto, spritzer! Certo non sono birre da puristi. Certo non sono birre da meditazione. Certo non sono birre che lasciano sognare abbinamenti stellati. In ogni caso è una delle tante sfumature del panorama brassicolo, che ha il suo pubblico di affezionati. A onor del vero, queste birre hanno sempre più estimatori, che sono in cerca di una “bibita con più carattere” dato dal moderato grado alcolico non invasivo (2-2,5% vol. ndr), ma soprattutto più naturale. Particolarmente diffuso il consumo estivo, sotto l’ombrellone, come dopo una partita di beach volley, piuttosto che a pranzo e, non dimentichiamo, anche dopo una bella pedalata, magari in dolce compagnia.

E adesso, “scalpitando sui miei sandali” scatto in fuga per darvi tre buoni motivi per tenere nei vostri locali le Radler & Panaché.

1 Il primo motivo sta nella prima strofa della canzone “Bartali” di Paolo Conte:

«Ma una birra fa gola di più In questo giorno appiccicoso di caucciù». Con i primi calori primaverili, ancor più con l’afa estiva, rinfrescarsi sotto il sole cocente con Radler & Panaché può diventare un’esperienza rigenerante, divertente e reintegrante. Sì, reintegrante, perché sudando molto sotto il sole, avere la possibilità di recuperare i sali minerali e vitamine con un prodotto naturale, senza zuccheri aggiunti, è cosa buona e giusta, anzi parecchio buona e parecchio giusta. Perché “…una birra fa gola di più…”.

2 Il secondo motivo è turistico. Noi viviamo nel Belpaese, dove il turismo è un pilastro portante dell’economia. Ed accogliendo milioni di turisti stranieri ogni anno, non possiamo ignorare il fatto che proprio loro sono i più grandi estimatori di questa tipologia birraria, soprattutto le signore. E se al tavolo con i clienti siete anche un po’ giocosi, questa comanda vi offre molti spunti divertenti di interazione, che contribuiscono a fare anche cultura: «ottima scelta signora/e, è venuta in bicicletta?» e via, sciorinate il vostro sapere.

3 Terzo motivo è avere una possibilità in più, di fronte a chi afferma “non bevo birra perché bla bla bla”. Questa frase per me è come un guanto di sfida. Nessuno si è mai alzato dal mio tavolo senza aver provato un sorso di birra, l’importante è saper trovare la birra giusta per chi si ha di fronte. Le Radler & Panaché sono un’ottima risorsa per coinvolgere il consumatore che non ha esperienza o che ha particolari avversioni all’amaro come all’acido piuttosto che all’alcol. E anche in questo caso, se siete anche un po’ eversivi e coinvolgenti «signora/e se non le piace non si preoccupi, gliela offro io». Comunque vada, non conquisterete solo quel cliente, ma tutto il tavolo.

* Consulente aziendale, formatore, coach con una lunga esperienza in Heineken in qualità di beer culture manager e sales capability manager, attività di formazione sul prodotto dedicate ai commerciali interni ed esterni e a chi gestisce o lavora nei locali birrari.