Quasi un irlandese su due se beve un prodotto alcolico sceglie la birra, che con una share del 45% è la bevanda con alcol preferita in Irlanda. Però il consumo di prodotti alcolici è sceso dal 2016 al 2017 dell’1,4% (del 23% dal 2001) e quello della birra in particolare del 2%, attestandosi sui 4,5 milioni di ettolitri in totale con un pro capite annuo di 79,1 litri (era a 86 nel 2011). Comunque, seppur in calo, non si può fare a meno di sottolineare che il consumo di birra in Irlanda rimane sempre tra i più alti d’Europa, nettamente superiore a quello di altri Paesi a grande tradizione birraria come l’Olanda e il Regno Unito (rispettivamente a 70 e 67 litri pro capite nel 2017). L’Irlanda è un Paese giovane e molto dinamico, uno dei mercati dell’Unione Europea in maggiore crescita (nel 2017 +7,8% il PIL, +2,9% l’occupazione e +5% la disponibilità di spesa), ma anche qui, come in altri Paesi europei, la diffusione di stili di vita salutistici incide sui consumi.

Stout o Ale?

La tipologia di birra in maggior crescita è la Ale, che è arrivata a coprire quasi il 7% del mercato, ma sono sempre le Lager a conquistare il grande pubblico con il 61% del totale. In calo invece le nazionalissime Stout, che coprono sempre un terzo dei consumi, ma hanno perso il 33% del totale.

Due birre su tre in Irlanda sono bevute al pub o al ristorante, a conferma delle tradizioni, della capacità attrattiva del settore dell’ospitalità e dell’elevata presenza di turisti.

La produzione

Per contro, la produzione birraria è aumentata del 4%. In crescita soprattutto quella artigianale, passata dagli 86mila ettolitri del 2014 ai 238mila del 2017, che significa una crescita in quattro anni del 177% arrivando a coprire circa il 3% del mercato. Sono un centinaio i birrifici artigianali in Irlanda (in gran parte di piccolissime dimensioni visto che tutti insieme dal punto di vista numerico rappresentano oltre il 90% degli stabilimenti birrari) e una settantina esportano i loro prodotti. In totale, nel 2017 sono stati prodotti oltre 8 milioni di ettolitri di birra in Irlanda. Il settore dà lavoro a più di 1.000 persone nel Paese e rappresenta un contributo significativo per le casse dello Stato, sia direttamente sia indirettamente, con una crescita costante.  «Nel 2017 – ha indicato Jonathan Mc Dade, a capo della Irish Brewers Association – il comparto della birra ha versato poco meno di 424 milioni di euro all’erario. Le accise sulle birre sono aumentate di 116 milioni di euro a partire dal 2012 a causa di un aumento del 42% nel 2013 rispetto all’anno precedente. Da allora le accise non sono aumentate, ma i consumatori irlandesi continuano a subire i prezzi più alti per l’alcol in Europa».

Import & export

L’export è sostanzialmente stabile, pari a oltre 270 milioni di euro che ne fa l’ottavo esportatore in Europa a valore, e rispetto al 2016 è leggermente calato (-0,2%), ma dal 2014 è aumentato significativamente visto che allora era di neppure 230 milioni di euro. In termini quantitativi, l’Irlanda è il settimo mercato in Europa con 3 milioni e mezzo di ettolitri e una crescita del 14% dal 2016. La maggior parte della birra irlandese che lascia i confini della Verde Isola è diretta verso il vicino Regno Unito e, subito dopo, attraversa l’oceano per approdare negli USA.

Attiva anche sul piano dell’import, in Irlanda si importano 1 milione e mezzo di ettolitri di birra con una crescita del 32% nel 2017 rispetto al 2016.