Il suo imponente portone verde si è aperto al pubblico per la prima volta ormai 40 anni or sono, il 17 dicembre 1978. Si è aperto al pubblico, ma nella giusta misura, a sentire i racconti di chi, un tempo ragazzo, in quel pub è cresciuto e ora racconta come lo storico titolare, Graziano Tanoni detto Nick (purtroppo deceduto alcuni anni fa), fosse solito chiuder bottega senza curarsi poi troppo di quanti avventori fuori volessero ancora per forza entrare. Un passato come barman da crociera (da cui l’arredo da nave del vecchio pub), sempre elegantissimo, è lui l’inventore di quello che in città è un cocktail da leggenda, il “Martello di velluto”. Una pozione a base di gin, la cui ricetta è segreta, che ha steso più di un bevitore.
Questo è il Green Door, affacciato su una delle principali vie, Via di Porta San Domenico, che dal nuovo parcheggio davanti al palazzo del Comune sale a Piazza Leopardi a Recanati, nelle Marche. Un locale che, dopo una manciata di anni di completa chiusura, nel 2012 è stato preso in gestione dall’attuale proprietario Luca Falaschini, 38enne originario della vicina Loreto, quasi una laurea in Scienze Politiche e intanto il diploma serale all’istituto alberghiero per cucina come per sala bar. Per lui, che dichiara di adorare anche le piccole accortezze nella pulizia dell’impianto, “una birra è come il pane, più è fresca e più è buona”. Recanati ha così la sua porta segreta, come cantava una vecchia canzone rock di Jim Lowe degli anni ‘50.
L’attività
«Questo mi dicono sia stato il primo American Bar delle Marche – spiega Luca, mostrando il locale che si sviluppa un centinaio di metri poco sotto il livello stradale, con la sua zona concerto, la cucina, la cinquantina di posti a sedere e il bancone con la nuova spina. – La nostra birra è principalmente Forst. Abbiamo un ottimo rapporto diretto con loro, che ci hanno fornito l’impianto e la cella frigo, e che ormai per il quinto anno consecutivo sono sponsor del festival di musica elettronica (EMF) che facciamo ogni estate qui in Piazza Leopardi a ingresso gratuito l’ultimo venerdì di luglio. Da questo autunno poi, in un certo senso, siamo tornati a casa, ritornando a servirci da Ibalt, il distributore di Treia (Mc) con cui avevo iniziato».
Ricco assortimento
«Lo spinatore l’ho appena cambiato, è nuovissimo, sono dieci vie più la Guinness. Sei vie sono tutte dedicate a Forst e Weihenstephaner (Forst Kronen, Forst Felsenkeller, Forst Sixtus, Forst Pils, Weihenstephaner Weiss, Weihenstephaner Vitus). Quindi tengo una via per la Extra della Tennent’s e le restanti sono occupate dal Birrificio Indipendente Elav di Bergamo, per cui abbiamo un’esclusiva di zona con Interbrau, con le sue tre tipologie: Indian Ale, Bitter Punk e Grunge Ipa. Solitamente non lavoro a rotazione, a meno che non si tratti di birre speciali per il Natale, quelle dell’Oktoberfest oppure per provare birre particolari come quella verde della Malastrana alla clorofilla. Preferisco spingere la vendita di birra alla spina e, per quanto riguarda le bottiglie, ho dedicato un frigo alle artigianali: Birrificio del Borgo, Kukà, Canediguerra, Cr/Ak, RentOn, ma anche Grolsch o Sierra Nevada (di cui mi rifornisco da Ibalt) oppure la Marshall (che mi rifornisce la Eko, la ditta di strumenti musicali qui della zona che è anche distributore dei loro amplificatori). Mentre ad esempio alcune chicche come l’artigianale bavarese Camba, la prendo direttamente qui alla Bottega della Birra di Castelfidardo. Ultimamente sto anche introducendo la birra in lattina, pure se c’è ancora un po’ di resistenza per una mentalità che erratamente la associa alla poca qualità e al consumo “mordi e fuggi”. Per i superalcolici è invece soprattutto il grossista Recchioni di Macerata (ma anche Ibalt) a rifornirmene, così come per i vini (a parte Terre San Ginesio con cui tratto direttamente). Ho una grande passione per i whisky e ne tengo una gran varietà di bottiglie».
Offerta gastronomica
«Quanto al cibo, abbiamo affinato la nostra capacità di proposta e in cucina uso principalmente prodotti di filiera corta. Così serviamo taglieri con insaccati locali e formaggi dell’alto maceratese; gli hamburger sono fatti da noi, con macinato scelto e spezie della tradizione norcina di zona, come anche pasta di Camerino, porchetta, miele, vino cotto, sapa… Piatti legati al nostro territorio che sono in grado anche di stuzzicare la curiosità del turista. E poi il fine settimana qui è sempre festa perché, oltre a compleanni e lauree, il venerdì c’è sempre musica dal vivo, mentre il sabato c’è il deejay».