In un paese che stenta a garantire la creazione di nuovi posti di lavoro, l’industria della birra va in controtendenza. Dal 2015 al 2017, infatti, gli occupati sono aumentati di 4.400 unità, segnando un +5% in due anni. Più del doppio rispetto all’andamento medio nazionale che, nello stesso arco di tempo, in Italia, ha fatto segnare, secondo i dati ISTAT, circa un +2%.
Una ricerca dell’Osservatorio Birra, realtà promossa dalla Fondazione Birra Moretti, offre un nuovo punto di vista sulla birra in Italia, scattando una fotografia “insospettabile” di un settore percepito come tradizionale ma in realtà profondamente dinamico e innovativo, che cresce e fa crescere professionalmente le sue persone, offrendo opportunità di fare impresa, nuovi posti di lavoro e stabilità professionale.
Studio di settore
Realizzato da Althesys per conto della Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia, lo studio “Le (insospettabili) professioni della birra” riguarda un campione di quasi 7mila dipendenti di aziende distribuite lungo tutta la catena del valore: produttori di birra, operatori della fornitura di materie prime e di packaging, della logistica, della distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e del mercato della ristorazione e bar, a offrire una prospettiva unica e dall’interno di questo settore.
Comparto in crescita
Il primo dato interessante che emerge è la solidità strutturale del comparto e un trend di crescita costante negli ultimi anni. Un settore sempre più attrattivo, soprattutto per i giovani, che riconoscono nella industry della birra un’opportunità professionale reale e concreta. Una prima conferma arriva dall’anzianità dei dipendenti: in un mondo del lavoro fatto di carriere discontinue e di lavoro a tempo determinato, il 50% delle persone sono assunte da più di 10 anni. E un altro 33% è in azienda da almeno 5 anni. Inoltre, dei 3,49 miliardi di euro di valore aggiunto creato dal comparto, il 71% (2,47 miliardi di euro) viene destinato alla remunerazione lorda dei lavoratori, sostenendo così l’economia familiare.
Competenze cercasi
Cultura di prodotto, formazione e specializzazione. Sono questi, secondo lo studio, gli ingredienti per trasformare la passione della birra in mestiere. Secondo i protagonisti della filiera intervistati, infatti, per trovare lavoro nella birra bisogna, prima di tutto, conoscere bene il prodotto (18%) e la industry (5%). Molto richieste anche qualità manageriali (11%) – e da imprenditore (8%) – e di formazione del personale (14%), a conferma di un settore spesso giovane e dinamico, che ha visto nascere molte nuove imprese e modi di interpretazione la distribuzione e vendita del prodotto. Non a caso tra le altre parole d’ordine troviamo specializzazione (9%) e learning agility (8%).
Nuove figure professionali
A riprova della modernità e complessità di un settore percepito, in maniera erronea, come vecchio e tradizionale, la ricerca Althesys/Fondazione Birra Moretti ha identificato alcuni profili, altamente specializzati o innovativi, più strategici e ricercati della filiera della birra. Emerge un caleidoscopio di professionalità: dalle materie prime alla progettazione e realizzazione del prodotto birra, fino ad ambiti legati a vendita e promozione, e a figure professionali ancora più insospettabili o specchio dei tempi. Ecco i 15 profili professionali più richiesti della filiera della birra: il Mastro birraio, il Tecnologo alimentare (della birra), una sorta di mastro birraio 4.0 che si occupa dell’elaborazione delle ricette e della produzione della birra, unendo le competenze tipiche di un ingegnere chimico con quelle di un tecnologo alimentare, l’Ingegnere chimico alimentare, il Responsabile laboratorio e controllo qualità, il Responsabile sicurezza, il Coordinatore sostenibilità, l’Automation specialist. E ancora il Digital innovation manager, il Commerce specialist, figura dinamica e in grado di leggere i dati, creativo e aperto al mondo digitale e all’e-commerce (perlopiù B2B), il Tecnico grafico, il Brand ambassador, il Beer specialist, figura di supporto alla forza vendita delle imprese della distribuzione attualmente molto ricercata nel mercato, lo Spillatore, il Barman e il Sommelier della birra, in possesso di una profonda conoscenza del settore, della storia delle bevande e delle diverse tecniche di produzione.
Macro Trend
Sono 3 i macro trend attesi (a 2-5 anni) che avranno un impatto diretto – secondo gli attori della filiera – sulla richiesta dei profili professionali: il 41% degli intervistati ha posto l’accento sulla sostenibilità, intesa come attenzione alla sostenibilità ambientale (16%), ideazione pack sostenibili (13%), implementazione materie prime locali (7%), gestione dei rifiuti e degli scarti (5%). Per un altro 32% lo sviluppo di nuovi gusti e segmenti nel mercato, come le birre speciali (14%), quelle artigianali (10%) e il trend healthy (8%). E completa il quadro di una filiera in fase di evoluzione strutturale quel 18% che guarda all’innovazione digitale, citando innovazione (10%), digitalizzazione (5%), e-commerce (3%).
Formazione, leva strategica
La ricerca realizzata da Althesys mette a fuoco un altro aspetto fondamentale per comprendere il settore della birra. L’85% delle imprese della filiera avverte l’esigenza di investire in formazione. E non potrebbe essere altrimenti in un comparto che vive d’innovazione e di specializzazione, e che sta cambiando velocemente, assecondando la crescita di cultura di prodotto da parte degli italiani. Si va da 6 a 20 ore annue di formazione per dipendente, a seconda delle dimensioni aziendali, con punte massime nelle medie imprese.
L’Università della Birra di HEINEKEN
L’offerta universitaria italiana si limita a pochi corsi della Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari, mentre all’estero ci sono invece molte Università e istituti tecnici che offrono percorsi di laurea, sia triennale che specialistica, focalizzati sul settore, oltre a numerosi corsi professionalizzanti che toccano aspetti più manageriali del business e quelli legati alla valorizzazione del prodotto finale. Per colmare questo gap di specializzazione, tra domanda e offerta di lavoro, è nata l’Università della Birra a Milano, voluta da HEINEKEN Italia, che si propone con lo slogan “imparare sul campo” e si presenta come un approfondimento teorico e pratico sui fondamentali del mondo della birra, dalle materie prime alle dinamiche di mercato, dedicato ai professionisti del settore Horeca e Modern Trade. Si tratta di uno stimolo a pensare e creare delle formule di collaborazione tra pubblico e privato (aziende e università) per affrontare in una logica di sistema un tema cruciale per il futuro del comparto.