Per il quarto anno consecutivo, con un +0,4%, nel 2017 il mercato birrario europeo ha registrato un leggero incremento di produzione superando i 412 milioni di ettolitri e in questo contesto positivo l’Italia, al decimo posto per quantitativi, con +7,4% si è rivelata uno dei mercati più dinamici insieme a Portogallo (+8%), Regno Unito (+6,2%), Spagna (+3,1%) e Irlanda (+4,4%), nettamente davanti a importanti Paesi brassicoli come Francia (+1,7%) e Romania (+1,7%). Andamento negativo invece per Danimarca (-2,2%), Germania (-2%), Polonia (-2,3%) e Finlandia (-7%).

L’export traina la crescita

Ma più dei consumi (stabilizzati dopo tre anni di crescita e assestati sui 374 milioni di ettolitri con gli incrementi più interessanti in Francia, Olanda, Italia, Spagna e soprattutto Portogallo), sono state le esportazioni, aumentate costantemente raggiungendo il massimo storico, a garantire la continua spinta al mercato europeo. Infatti, il 22% della birra prodotta in Europa varca i confini nazionali e un terzo di questo quantitativo esce dal Vecchio Continente grazie soprattutto all’ottima reputazione della produzione europea. In testa alle classifiche dell’export troviamo il Belgio, passato dal terzo al primo posto nel giro di un anno, con una crescita del 21,3% sorpassando la Germania, leader storico, mentre l’Italia è purtroppo scesa di un gradino, superata dalla Spagna, uscendo così dalla top ten dei Paesi esportatori europei.

Il boom dei microbirrifici

«Mentre i volumi di produzione di birra sono ancora lontani dal loro livello prima del crollo economico, circa un decennio fa, questo stesso periodo ha coinciso con un boom senza precedenti nel numero di piccole e medie imprese e di nuovi microbirrifici in tutto il continente» ha dichiarato Pavlos Photiades, presidente di The Brewers of Europe, l’associazione dei produttori di birra europei. In un solo anno, i birrifici sono aumentati di circa mille unità e negli ultimi cinque anni il numero dei più piccoli è raddoppiato portando il numero delle unità produttive in Europa a 9.500. «Questi nuovi birrai hanno contribuito a trainare le esportazioni favorendo prima la stabilizzazione e quindi la crescita progressiva del nostro settore – ha continuato Pavlos Photiades. – Stanno inoltre spingendo tutti i birrai a perseguire un’eccellenza ancora maggiore e a innovare, mettendo così a disposizione dei consumatori una gamma sempre diversificata di marchi e stili». Il Paese con il maggior numero di birrifici in Europa si conferma il Regno Unito (arrivato a 2.430 unità, cioè 180 in più del 2016), che si delinea il Paese per eccellenza della birra artigianale con 2.378 microbirrifici; seguono Germania e Francia. L’Italia è al quinto posto con 868 birrifici (111 in più rispetto al 2016), di cui 693 microbirrifici, in diminuzione però rispetto all’anno precedente di 25 unità, gli unici in Europa a registrare una contrazione forse per effetto di una fase di maturità raggiunta prima di altri mercati meno vitali. In ogni caso, abbiamo incrementato il numero degli addetti, passato da 5.350 a 5.470, in linea (+2,2%) con la media europea: +2,1 dai 128.270 del 2016 ai 131.070 del 2017.