Ritorna l’Accademia della Birra, un premio che quest’anno non va solo alla professionalità, ma anche alla capacità di resistere, alla valutazione delle opportunità, alla resilienza. Mai come in questi mesi una cosa normale come bere una birra fuoricasa ha avuto un senso altamente sociale. E i nostri locali hanno risposto all’appello con creatività ed efficienza
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Tempi difficili questi, ma l’Accademia della Birra, il riconoscimento che il nostro giornale assegna da 30 anni, torna a premiare i locali più qualificati, quelli che fanno della qualità del prodotto e del servizio un punto di vanto. Dopo la mancata edizione 2020 (inutile dire perché), l’Accademia della Birra si ripresenta con una nota di merito in più riconoscendo non solo la professionalità, ma anche la capacità di resistere, di andare avanti nonostante tutto. In altri termini, di essere resilienti, come va di moda dire adesso. Ma non è solo moda. Davvero complimenti a quei locali che si sono adattati ai lock-down sfoderando capacità insospettate. Ecco birrerie e pub che hanno adottato il delivery, un servizio che pensavamo relegato al fast food e che invece ha consentito anche ai locali birrari di mantenere un contatto con la clientela e di non naufragare completamente. Ecco l’allestimento di dehor, che, diciamolo, in tanti casi hanno migliorato l’accoglienza del locale. Ecco la variazione degli orari per rispondere alle nuove esigenze della clientela. Un applauso a tutti coloro che hanno individuato le nuove strade da percorrere mantenendo comunque la barra dritta su qualità e servizio offrendo, diciamolo, un importante servizio alla collettività. Mai come in questa pandemia l’Horeca si è rivelata punto di riferimento per valutare il miglioramento della condizione sanitaria e occasione di ripresa della socialità. Mai come in questi mesi andare a bere una birra al bar ha voluto dire: ce la possiamo fare, si ritorna alla normalità!