«Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante», sosteneva Friedrich Nietzsche. Ora non sappiamo se Entropia, una delle birre “perenni” del Birrificio Hibu, abbia qualcosa a che fare con la danza tuttavia che sia una stella del firmamento di questo birrificio nato nel 2007 dalla passione e dalla volontà di Raimondo Cetani è certo. Allo stesso tempo, la parola entropia in meccanica statistica identifica una grandezza che viene interpretata la misura del disordine, ergo il caos, presente in un sistema fisico qualsiasi incluso, come caso limite, l’universo.
Una birra pulita e lineare
Complicato? Abbastanza, ma di caotico qui c’è solo il nome perché la birra in questione è pulita e lineare, con quel tanto di carattere che la stacca dalle chiare “normali” e la colloca a metà strada tra queste ultime e le sperimentazioni birrarie più ardite. Gli inglesi la definirebbero una “gateway beer” ovvero una porta tra un mondo e l’altro. Se questa era l’intenzione di Cetani quando, nel 2009, la produsse per la prima volta si deve dire che il risultato è stato colto in pieno. Alta fermentazione, scuola anglosassone con ricorso a luppoli sia britannici sia americani, dal colore dorato e dalla gradazione alcolica leggera, 4,8% vol, Entropia è una delle birre “perenni” di Hibu nel senso che la si può trovare tutto l’anno sia nel formato bottiglia da 33 cl sia alla spina in keg da venti litri. È distribuita, come tutta la gamma Hibu, da Dibevit Import e trova il suo punto di forza nella sua facilità d’approccio che le rende una scelta ideale per tutti e per tutti i momenti della giornata. Servita attorno ai 7 °C, quindi fresca ma non gelata, rivela un bouquet elegante dalle note erbacee e agrumate ben misurato da non rivelarsi invadente, il sorso, come dicevamo, è pulito e lineare, lascia capire il tessuto maltato, dei leggeri cenni di miele, ma il finale è molto dry e abbastanza corto, quanto basta cioè per richiamare un secondo sorso.
Birra multifunzionale
Una birra che si lascia bere bene sia come aperitivo o come “prima birra” sia in abbinamento a primi piatti leggeri o taglieri di salumi e formaggi non troppo stagionati, ma birra multifunzione soprattutto perché può ricoprire un ruolo chiave sul banco spine ovvero quello di “mettersi in mezzo” tra una classica lager o una pils e specialità più alte di gradazione e di spessore organolettico quali possono essere le belgian ale o le birre d’abbazia. Da questo punto di vista ha un ruolo strategico nell’offerta di un pub perché fa capire il gioco di sfumature che un bravo birraio sa realizzare senza ricorrere alla “forza”. Ed è per questo che, si potrebbe dire, c’è sempre bisogno di una Entropia al pub, perché è una birra in qualche modo didattica, una birra che ti permette di fare un passo in avanti nella consapevolezza birraria. Che poi, alla fine, è forse la cosa che più affascina il consumatore e, di sicuro, rende felice il publican.