AssoBirra ha presentato le proposte per il sostegno alla filiera. Due le misure avanzate alle istituzioni: una riduzione delle accise e il sostegno immediato al canale Horeca. Tra le ipotesi un credito di imposta sulla birra alla spina.
Due proposte. Due punti nei quali sintetizzare, efficacemente e tempestivamente, risposta alla drammatica situazione che sta via via peggiorando. In un incontro istituzionale digitale tenutosi a fine ottobre, AssoBirra ha presentato i nodi e le ipotesi di risposta alle quali sta lavorando e sulle quali mira a coinvolgere le istituzioni per ottenere un concreto ed efficace supporto all’intera filiera. Non a caso, collegato in video, era presente, oltre al Presidente di AssoBirra Michele Cason, al Vice Presidente Alfredo Pratolongo, e al Vice Direttore Generale di FIPE Luciano Sbraga, anche l’On. Fabio Melilli, Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Produzione in crescita
Un settore chiave
I numeri presentati da Luca Paolazzi, Partner di REF Ricerche e Ceresio Investors advisor, parlano chiaro. Una produzione in aumento del 35% dal 2009-2019 (tab.1), un +24% nei consumi, sempre meno dipendenti dall’import a favore di una produzione italiana in espansione (tab. 2) e un +98% di export. «La birra arriva da un decennio di crescita – ha commentato Michele Cason, Presidente di AssoBirra. – Anni in cui ha messo a segno record su record: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori che sempre più prediligono abitudini moderate con prodotti a basso tenore alcolico. Il comparto ha generato una ricchezza tale da diventare uno dei settori strategici della nostra economia. Questo valore non può andare disperso e va valorizzato affinché la filiera birraria possa essere uno dei pilastri strategici su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale».
Birra e Horeca
9 miliardi di euro al 2018: a tanto ammonta il valore condiviso generato dalla birra in Italia, e che esprime la ricchezza generata. Di questi, oltre 5,7 mld di euro sono da ricondursi al canale Horeca, una galassia di oltre 1.200.000 addetti e 340.000 imprese, tra le più colpite dall’emergenza Covid-19. Secondo il quadro disegnato da FIPE entro la fine dell’anno chiuderanno 50.000 imprese. Un mondo che, prima dell’emergenza Covid-19, generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno. Proprio per tutelare questo immenso valore economico e sociale, AssoBirra ha chiesto un sostegno immediato al canale tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai punti di consumo. Va studiata sin d’ora una misura volta ad accompagnare la riapertura in toto dei locali, quando avverrà, volta a sostenere in maniera concreta i gestori.
Import sempre meno rilevante nei consumi
Lavorare sulla marginalitа: la birra alla spina
Tra le ipotesi sul tavolo, il riconoscimento di un credito di imposta sulla birra alla spina che ne migliori la marginalità. «È cruciale sostenere il business dei singoli esercenti con azioni mirate – spiega Alfredo Pratolongo, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Relazioni Istituzionali e Comunicazione. – Seppure in questi giorni possa apparire prematuro, dobbiamo pensare a come aiutarli a ripartire. E su questo fronte crediamo che la birra possa essere parte della soluzione, grazie al suo ruolo trainante nella creazione di valore. Supportare la birra alla spina consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito, ad esempio le oltre 125.000 pizzerie in Italia, che quando potranno riprendere a lavorare a pieno regime avranno seri problemi di marginalità. Per questo inserire un credito d’imposta per la birra alla spina è una delle possibili soluzioni pratiche e applicabili concretamente, che porterebbe benefici proporzionali e consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte così al calo drastico dei consumi».
Chi più consuma più produce
Focus accise
Alle proposte di carattere congiunturale se ne aggiunge una di tipo strutturale. Quella che riguarda la riduzione delle accise. Nel nostro Paese, infatti, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise, tra le più alte d’Europa, penalizzando le aziende che investono e producono in Italia. Un’anomalia che incide in maniera significativa su tutta la filiera, colpendo produttori, distributori e consumatori. Una tassa di tipo regressivo che incide maggiormente sulle birre più popolari e che penalizza fortemente i consumi. Incentivare i consumi, invece, sarà, al momento della riapertura, la chiave per la ripartenza. A maggior ragione alla luce di dati che mostrano come i consumi in Italia abbiano un ampio margine di crescita, con forti potenzialità anche per un incremento di produzione (tab.3).
Un iter da accelerare
Per questo AssoBirra ha chiesto un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise dall’attuale soglia di 2,99 € per ettolitro e per grado Plato di birra, consenta al comparto di rimanere competitivo. Assicurando una boccata d’ossigeno a tutta la filiera. Consumatori finali, compresi. «Una diminuzione strutturale – ha ricordato Pratolongo – potrà giovare alla ripartenza e portare una frizzantezza del settore che si ripercuoterà su tutta la filiera, dove la birra costituisce il 40% del fatturato dei distributori Horeca». Un percorso, ricorda ancora Pratolongo, già avviato in passato, di cui è necessario accelerare l’iter, per portare in un triennio a una diminuzione del 30%. «Tenendo conto – conclude Pratolongo – che siamo convinti che il valore aggiunto che si andrà a incrementare a valle, aumentando le vendite e incentivandole, porterà a un saldo zero per lo Stato, senza perdite».