Andrea Pausler, da 10 anni mastro birraio di Amarcord, ci descrive il suo percorso di crescita professionale in un’azienda che è diventata un po’ anche la sua famiglia.
Andrea Pausler nasce a Spilimbergo il 13 febbraio 1978. Inizia il suo percorso professionale con la laurea in Scienze e Tecnologie Birrarie, ottenuta all’Università di Udine, ateneo dove ha potuto sperimentare direttamente la produzione birraria nell’impianto pilota, appassionandosi ed entrando, dopo aver vinto il Dottorato, nel gruppo di ricerca in Tecnologie Birrarie del Dipartimento di Scienze degli Alimenti. Determinante, dopo gli studi, la partecipazione al rinnovamento del birrificio britannico Thornbridge: «Questo inizio professionale come mastro birraio – spiega Andrea Pausler – mi ha permesso di entrare in contatto sia con la migliore tradizione brassicola britannica, sia con le nuove possibilità offerte dalle moderne tecniche produttive: un connubio entusiasmante, che ha nutrito la mia passione per la birra, portandomi alle attuali grandi soddisfazioni lavorative».
Quando hai iniziato in Amarcord?
«Subito dopo aver terminato la collaborazione con Thornbridge, e concluso l’attivazione del loro nuovo sito produttivo Riverside, sono entrato nel birrificio Amarcord: a febbraio 2021, saranno 10 anni di lavoro, di crescita professionale e di successi. Qui mi sento in famiglia e ho trovato un’azienda innovativa, capace di crescere, improntata alla qualità dei prodotti, motivata al costante miglioramento.»
Come incide l’innovazione tecnica nella vostra produzione?
«È un fattore importantissimo, come testimoniano gli investimenti effettuati e il costante aggiornamento di tutto lo staff, che negli ultimi anni hanno permesso ad Amarcord di raggiungere elevatissimi standard qualitativi, di esportare con successo in diversi Paesi esteri, e caratterizzarsi sempre di più nella propria gamma.»
Quali principi ispirano attualmente la produzione Amarcord?
«Desideriamo, come emerge dalle nostre specialità, dare al consumatore la certezza di trovare un gusto equilibrato, piacevole, valorizzando le peculiari caratteristiche di ogni birra. Questo significa anche essere in linea con l’immagine e la percezione, che hanno i consumatori, di Amarcord come azienda familiare, vicina a loro. Non rinunciamo, peraltro, a sperimentare nuovi gusti, con ingredienti originali e metodi innovativi, creando birre uniche come, ad esempio, le nostre Limited Edition.»
A proposito di ingredienti, come li scegli?
«Sempre tenendo conto della massima qualità, naturalmente; in più, cerchiamo il rapporto diretto con i coltivatori, che ci possono garantire materie prime che le aziende fornitrici dei produttori industriali non hanno in catalogo. Può essere un limite, infatti, la troppa standardizzazione, che pur garantisce stabilità delle caratteristiche degli ingredienti base, malti e luppoli. Abbiamo così iniziato un bellissimo progetto, che coinvolge aziende agricole che coltivano luppoli in Italia: fornendo la sala di cottura di apposite tecnologie, riusciamo a brassare con luppolo in fiore, per ottenere birre di rara finezza e gusto, valorizzando nel contempo la produzione agricola del nostro territorio.»
Quale birra è più in sintonia con il tuo gusto?
«La Volpina, che riesce sempre a stupirmi e a convincermi; se parliamo di uno stile, considero le pils un po’ l’emblema stesso del prodotto birra, così come accade anche nella percezione della maggior parte dei consumatori.»