In Azienda

Davide Grossi nominato country director di Krombacher Italia

Lo scorso febbraio, il gruppo tedesco Krombacher, leader di mercato in Germania, ha nominato Davide Grossi country director di Krombacher Italia, filiale italiana costituita nel gennaio di quest’anno. Riporterà direttamente a Oliver Braun, managing director di Krombacher International. Laureato in Comunicazione presso l’Università di Padova, 39 anni, ha iniziato la sua carriera nelle vendite di Carslberg Italia per poi avere importanti esperienze in Délifrance, Diageo, Coty fino a Birra Castello di cui è stato il sales director fino a dicembre 2020. Davide Grossi avrà il compito di sviluppare ulteriormente uno dei 3 mercati esteri più importanti e strategici per Krombacher, allargando la distribuzione dei prodotti su entrambi i canali in tutto il territorio nazionale. «Sono onorato di entrare a far parte di una delle più grandi birrerie europee famosa per l’autenticità e la qualità delle proprie birre – ha dichiarato – l’avvio di una nuova società italiana nasce con la volontà di presidiare il territorio e alzare il livello di servizio verso i nostri distributori. Mai come in questo momento di trasformazione del mercato la vicinanza e la presenza possono giocare un ruolo fondamentale. Ci saranno importanti novità, progetti e cambiamenti dedicati al nostro paese a cui daremo forte visibilità già entro la fine del 2021».

Davide Grossi,  country director di Krombacher Italia

Perdite contenute per Ceres Italia

93 milioni il fatturato 2020 di Royal Unibrew sul mercato italiano, dove opera tramite la controllata Ceres Italia, che ha contenuto le perdite (109 milioni di fatturato nel 2019) grazie a operazioni nell’ambito della distribuzione moderna.

A livello internazionale, il gruppo ha realizzato un fatturato globale di 982 milioni di euro limitando le perdite a -2% rispetto al 2019. In termini di volume addirittura si è registrato un incremento dell’1%. Oltre che nel mercato birrario, il gruppo opera in quello delle bevande analcoliche e del sidro.

Nuovi investimenti per Birra Peroni

Birra Peroni continua a investire nel suo storico stabilimento di Bari e lo fa puntando su innovazione e sostenibilità. Tre nuovi serbatoi di fermentazione, infatti, sono stati consegnati nello stabilimento di via Bitritto a marzo e ad aprile sono entrati a pieno regime. I tre serbatoi, prodotti a Burgstädt (Germania), hanno iniziato il loro viaggio per l’Italia attraverso il fiume Reno; dall’Europoort di Rotterdam sono stati caricati su una nave speciale che è arrivata al porto di Bari il 9 marzo scorso, poi, attraverso tre convogli speciali, sono stati trasportati allo stabilimento. Ognuno dei tre fermentatori può contenere 4.500 hl di birra finita, il corrispondente di 4 cotte. «L’arrivo di questi tre nuovi fermentatori – ha spiegato Michele Cason, direttore dello stabilimento Birra Peroni di Bari – ci consentirà di mantenere gli adeguati tempi di fermentazione e maturazione e garantire la qualità dei nostri prodotti, permettendoci di migliorare ulteriormente la nostra efficienza e sostenibilità produttiva. Con questo investimento avviamo una nuova fase di sviluppo per l’azienda che vedrà in questo anno l’introduzione di nuovi brand, in linea con i trend emergenti del mercato e con la strategia di differenziazione del portafoglio che risponde all’ambizione di affermarci nel segmento delle birre analcoliche per promuovere un consumo sempre più responsabile». L’investimento, pari a 1.6 milioni di euro, conferma il legame con il territorio dell’azienda, che qui ha investito negli ultimi 10 anni oltre 26 milioni di euro.