Thomas Hardy fu uno dei letterati inglesi più famosi e apprezzati, tanto che in occasione del 40° anniversario della morte, avvenuta nel 1928, alcune personalità di spicco della sua Dorchester fondarono la Thomas Hardy Society, con finalità artistiche e filantropiche. Tra loro c’era la famiglia Pope, proprietaria del principale birrificio cittadino, la Eldridge Pope Brewery. Da grande amante della birra e delle storie di Hardy, Mr. Pope era particolarmente affascinato da un pezzo del romanzo The Trumpet Major che descriveva la Strong Beer bevuta nell’Ottocento a Dorchester:“Era del colore più bello che l’occhio di un artista potesse desiderare per una birra: robusta e forte come un vulcano; piccante, senza essere pungente; luminosa come un tramonto d’autunno; dal sapore uniforme, ma, alla fine, piuttosto inebriante. Il popolo l’adorava, la gente per bene l’amava più del vino”.

Leggenda nel mondo della birra

Quale occasione migliore per provare a ridare vita a questa birra meravigliosa? Così nel 1968 nacque quella che diventerà una leggenda nel panorama birrario mondiale: la Thomas Hardy’s Ale.

Un Barley Wine che, rifacendosi alla tradizione inglese, incarnava pienamente la descrizione di Hardy: colore ambrato scuro con brillanti riflessi color rubino; corpo pieno e inebriante, dalla gradazione alcolica pari a circa il 12% del volume; aromi e sapori complessi grazie alla decisa luppolatura che bilanciava l’impressionante componente maltata. Una birra in grado di evolversi e migliorarsi nel corso dei lunghi anni passati in cantina, tanto che si ipotizzava potesse raggiungere il proprio culmine dopo ben 25 anni di maturazione in bottiglia. Ecco spiegato il motivo delle etichette millesimate. E numerate, una per una, per comunicare l’esclusività di questo “pezzo d’arte birraria”, prodotto in edizione unica solo nel 1968… O, almeno, così si pensava allora. Perché a grande richiesta Eldridge Pope decise di riavviarne la produzione a partire dal 1974, in maniera più o meno costante fino alla chiusura del birrificio avvenuta nel 1999.

Birra da collezione

Riportata brevemente in vita tra il 2003 e il 2008 dal birrificio O’Hanlon e rinata nel 2015 grazie all’intervento dei fratelli Vecchiato, la Thomas Hardy’s Ale celebra in questi giorni il proprio cinquantesimo anniversario.

Un giro di boa importante, da sottolineare con un’edizione speciale, la “Golden Edition”, che si veste di un’elegante etichetta nera ricca di dettagli dorati, ma che rispetta gli elementi chiave della tradizione, a cominciare dal numero progressivo su ogni bottiglia.

Con una gradazione alcolica che raggiunge il 13% del volume, la Thomas Hardy’s Ale vintage 2018 Golden Edition è un pezzo da collezione imprescindibile per ogni appassionato di birra d’oltremanica.

Nell’Ottocento, i Barley Wine maturavano a lungo in botti di legno. Fu così anche per la Thomas Hardy’s Ale vintage 1968, affinata per qualche mese in botti di Sherry. Ispirandosi a questa antica tradizione, il progetto “The Historical” consiste nel mettere una piccolissima quantità di Thomas Hardy’s Ale in botti, ogni anno diverse, per creare delle chicche in edizione unica e limitata. 13 botti di Cognac nel 2016, 25 di Tennessee Whiskey nel 2017.

La versione 2018, invece, sta pazientemente maturando in botti ancora diverse. Quale sia la loro provenienza, per il momento, è ancora top-secret…