Dati IRI: crescita delle specialità

Pur non avendo ancora recuperato le perdite subite durante il lockdown, il mercato della birra risulta in aumento del 22,8% rispetto al 2020. Decisa la ripresa delle birre chiare sotto i 6 gradi, ma le specialità guadagnano terreno con un incremento a volume del 10,8% grazie anche all’off trade

di Lorenzo Viganò

Come sta andando il consumo di birra, interessato, come quello di molti altri prodotti alimentari, dagli scossoni pandemici, con tutte le conseguenze del caso? La situazione in chiusura del 2021, come fotografata da IRI, registra un calo del 21,2% rispetto al 2019 compensato da un +22,8% rispetto al 2020. Il dato si riferisce, in valore, al sell-in. Se si considerano le diverse tipologie, si osserva una decisa ripresa delle birre chiare sotto i 6 gradi, che costituiscono sul mercato la maggior quota (74,2%, a valore) e delle trappiste e di abbazia, che però contribuiscono solo per il 3,3%, sempre a valore.  Per quanto riguarda il canale on trade, le alterne chiusure dei locali hanno influenzato negativamente i consumi: se si considera, per esempio, la birra in fusto, che costituisce il 50,2% del valore, la crescita del 25,8% nel 2021 rispetto al 2020 non riesce ancora a compensare il -28,2% rispetto al 2019. La sua ripresa si prevede più lenta.

Cambio delle abitudini

Il contributo maggiore per il contenimento delle perdite viene dal canale moderno, come del resto è prevedibile: i consumatori hanno dovuto cambiare abitudini, a fronte della mutata situazione sociale, privilegiando il consumo tra le mura domestiche. Ne ha beneficiato il comparto del largo consumo confezionato. Spinge l’incremento l’avanzata di brand premium e super-premium, che guadagnano favore rispetto ai mainstream e ai prodotti da prezzo. Interessante notare la loro crescita anche nel comparto discount, nonostante il loro prezzo sia mediamente più alto delle altre referenze birre in assortimento.

Le preferite

Le preferenze dei consumatori nel 2021 vanno alle birre speciali, cresciute del 10,8% in volume, una tendenza riaffermata dalla scelta sugli scaffali, sempre più ricchi nell’assortimento, peraltro già in atto anche nel fuori casa, dove le specialità sono sempre ricercate e graditissime. Una crescita costante in tutti i canali si registra per la birra non filtrata. Sempre nella grande distribuzione, registrata crescita a doppia cifra per le analcoliche e le light, che sul mercato italiano restano, pur con un certo dinamismo, prodotti di nicchia.

Nuove vie

Per quanto riguarda gli acquisti online, questo canale ha recentemente consolidato la propria importanza, arrivando a 22 milioni di euro di fatturato. È aperta la questione, se una volta tornati alla cosiddetta normalità, resterà nelle abitudini dei consumatori, stimolati a uscire di casa dalle auspicate riaperture dei locali. In sintesi, pur permanendo un certo clima di incertezza, l’arrivo della stagione calda, con la possibilità di sedersi all’aperto per godersi un drink nei numerosi dehor allestiti dai gestori più attenti e propositivi, dovrebbe portare a un sostanziale recupero dei consumi birrari anche nel fuori casa.