Prima che la Legge di Bilancio venga chiusa, il comparto birrario deve far sentire la sua voce. A fine 2021, le accise sulla birra sono state ridotte da 2,99 euro a ettolitro a 2,94 per tutto il 2022. Si era parlato di un ulteriore decremento nel 2023 (2,90), ma a tutt’oggi, se non ci sarà un provvedimento in merito, le accise ritorneranno al livello precedente. «Abbiamo aperto un tavolo di confronto con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida — ha dichiarato al Corriere della Sera Economia Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra — e abbiamo ragione di credere in un esito favorevole del confronto perché l’introduzione della misura che chiediamo avrebbe un costo di 10 milioni di euro ma produrrebbe una mole di benefici molto più alta per una filiera che nel 2021 ha generato 9,4 miliardi di euro di valore condiviso, che corrispondono a mezzo punto percentuale (0,53%) del nostro Pil e al 5% dei fondi previsti dal PNRR».
Assobirra chiede quindi non un intervento tampone, ma una misura definitiva che eviti il rialzo delle accise ristabilendo così “equità per l’unica bevanda da pasto che viene tassata”. Pratolongo ricorda che “investire sul comparto birra significa far crescere un settore che ha visto nascere 800 imprese artigiane negli ultimi 15 anni”. Un settore che ha anche il merito di non delocalizzare, di offrire valore aggiunto a tutto il comparto Horeca e di portare un valido contributo alle casse dello Stato con 4,2 miliardi di euro (Iva, imposte e contributi) e reddito a oltre 95mila famiglie per 2.348 milioni di euro di salari.