“Distanziarsi 1 metro. Bersi 1 litro (almeno)”. Le attenzioni e le preoccupazioni post Covid sono arrivate anche qui. Ma, gestite a dovere, si fermano all’ingresso. Il sorriso e l’entusiasmo di Maddalena e Luca raccontano una storia di passione, di ricerca costante, di qualità. Due anime gemelle. Non a caso unite, oltre che dalla professione, nella vita. Nasce, così, nel 2007, la Birreria “al Coccio”, a pochi passi dall’imbocco del Naviglio Pavese, a Milano. Partita con sole sei spine, oggi “al Coccio” conta ben 18 vie, tutte dedicate a birre scelte con cura e ricerca personale.
Scheda del locale
Nome locale: al Coccio Indirizzo: Alzaia Naviglio Pavese 2, Milano Inaugurazione: 2017 Proprietà/gestione: Maddalena Lo Re e Luca Scicchitani Orario: martedì-venerdì 12/16 e 19/02. Sabato e domenica 13/02. Lunedì 19-02 Posti a sedere: 70 interni, 80 esterni Gastronomia: panini, piatti caldi, insalate Birre alla spina: 18 vie (Kühbacher, Ayinger Birrificio Rurale, Birrificio Lambrate, Malaspina Brewing, Birrificio Valcavallina, Wychwood Brewery, Birrificio Geco e Birrificio Italiano) Distributore principale bevande: Kühbacher s.r.l. e Vinicola Mauri (Milano)
Il sodalizio con Kühbacher
«Quelle che abbiamo qui – raccontano i due proprietari nonché gestori di “al Coccio” – sono tutte birre fisse, tranne una, che teniamo a rotazione. Una scelta consapevole che vuole da una parte dare fiducia a birre che riteniamo di grande qualità, scelte con cura in questi anni; dall’altra mirata a fidelizzare la nostra clientela. Chi viene da noi sa cosa berrà e cosa troverà qui». Un percorso, quello iniziato e portato avanti da Maddalena e Luca, che lo scorso autunno li ha portati ad incontrare un’altra realtà d’eccellenza birraria: Kühbacher. «Possiamo dire – spiega con piacere Luca – che quello con Kühbacher sia l’ultimo amore sbocciato. Li abbiamo conosciuti l’autunno scorso e ci hanno portati a visitare il loro birrificio. Che dire: ci hanno letteralmente conquistati. È proprio quello che cerchiamo: realtà dalla lunga tradizione familiare alle spalle, attente alla qualità nei dettagli».
Birra nei cocci
Oggi, all’ingresso, sul lungo bancone dove campeggiano le vie selezionate, si possono leggere ben 5 specialità Kühbacher: Pils, Red, Josefi Bier,1862 e Hell. A cui si aggiungono quelle della tedesca Ayinger, di Wychwood Brewery e dei Birrifici italiani Rurale, Lambrate, Malaspina Brewing, Valcavallina, Geco e Italiano. Tutte rigorosamente servite nei caratteristici cocci, i boccali in ceramica e terracotta, che danno il nome alla birreria. Un altro attributo distintivo di questo locale unico, dove è possibile, persino, progettare il proprio boccale, farlo realizzare dai due artigiani di fiducia di Luca e Maddalena, e custodirlo al sicuro nelle bacheche esposte al centro della sala.
Beer and food
L’insegna recita “birreria con ristoro”. Seduti nell’ampio dehor esterno, affacciato sul naviglio – che conta ben 80 posti a sedere, dieci in più delle sedute interne al locale – è infatti possibile non solo conoscere da vicino birre di qualità, ma abbinarle a piatti e specialità gastronomiche. Panini, piatti caldi, insalate. Su tutti il celebre “Crudele”, con tanto di tovaglietta dedicata, dagli ingredienti personalizzabili e serviti scomposti (di base: tartare di chianina, stracciatella, spinaci foglia fresca, cetriolini e 3 salse a scelta). O il famigerato “Cubo”, toast gigante che sta in piedi da solo. Ma la scelta è ampia e lo staff – composto oltre che da Luca e Maddalena da Matteo Battaiola, Alessandro Turatti e Luca Cannuci – è ben disposto a spiegare cavalli di battaglia e prelibatezze della casa. «Ci piacerebbe tornare a fare anche musica dal vivo – conclude Maddalena – come facevamo un tempo». E, in effetti, l’ampio dehor, che ha anche permesso al Coccio di superare il momento più difficile di questa emergenza sanitaria, sarebbe il posto ideale. «Fino a tre anni fa, il sabato, era un appuntamento fisso. Speriamo per il futuro». Nel frattempo ci si gode la musica in sottofondo, mai banale: con tanto jazz e tanto folk.