The World of Beer

REGNO UNITO: PIÙ BIRRIFICI, MA NON OVUNQUE

In pochi anni il numero dei birrifici in Europa è esploso passando dai 3.500 del 2008 ai 10.000 attuali. Ovviamente si tratta per lo più di piccoli birrifici, ormai comparsi ovunque nel continente. Il loro successo è una risposta ai desideri di esperienza dei consumatori con un trend che non tende ad arrestarsi, ma la situazione non è sempre così promettente. Nel Regno Unito, tra i mercati che vedono il numero più alto di birrifici, si registra un’inversione di tendenza con un calo a inizio 2024 rispetto all’inizio del 2023. I dati pubblicati da SIBA UK Brewery Tracker mostrano che il numero totale di birrifici attivi nel Regno Unito è ora di 1815, rispetto ai 1828 del gennaio 2023. «C’è ancora molto da fare per proteggere i birrifici indipendenti in tutto il Regno Unito e l’aiuto del governo su una serie di questioni è ora più importante che mai se vogliamo invertire la tendenza e vedere un’industria della birra in crescita nel 2024 – ha indicato Andy Slee, direttore generale di SIBA (Society of Indipendent Brewers). – L’attività commerciale è stata incredibilmente difficile per i birrifici indipendenti e, sebbene l’introduzione da parte del governo di uno sgravio per la birra alla spina venduta nei pub e nelle tap room lo scorso anno sia stata ben accolta, vorremmo vederla estesa nel 2024 a un significativo sconto del 20%».

AUSTRALIA: DIFFICILE LA VITA PER GLI ARTIGIANALI

Dopo l’impennata della popolarità della birra artigianale, nell’ultimo anno più di una dozzina di birrifici indipendenti in Australia hanno rischiato il collasso finanziario, come riporta il Sydney Morning Herald. Tra i tanti, versano in difficoltà Red Lion Brewery e Dainton Beer di Victoria, Revel Brewing del Queensland, Wayward Brewing Company di Sydney e Hawkers di Melbourne. Mazen Hajjar, cofondatore di Hawkers, lamenta l’aumento dei costi delle materie prime, mentre gli ostacoli normativi e le forti tasse sugli alcolici aggravano le difficoltà dei produttori di birra. Per Hawkers, questo significa un aumento del 23% dei costi di produzione per la sua West Coast IPA dal 2018, di cui il 45% è rappresentato dalle tasse.

I sostenitori del settore sottolineano la crisi, citando le chiusure e il futuro precario di molti birrifici, mentre i giganti della grande distribuzione ampliano l’offerta di birra artigianale facendo capo a una definizione di “artigianale” poco chiara, che complica ulteriormente le cose per i produttori indipendenti.

GIAPPONE: SAPPORO RITORNA SULLA BIRRA

Il gruppo Sapporo Holdings, che opera in tre divisioni principali (bevande alcoliche, immobili e alimenti e bevande analcoliche) programma di riportare la birra al centro delle sue attività. Il segmento delle bevande alcoliche è caratterizzato da una bassa redditività, che ha indotto l’azienda a spendere di più in altre aree, trascurando così il suo core business. Per questo motivo l’azienda sta valutando misure di ristrutturazione. Queste potrebbero comportare la dismissione di attività immobiliari e la ricerca di investimenti esterni per la sua controllata, Sapporo Real Estate. Poiché è improbabile che il settore della birra nazionale registri una crescita significativa a causa del calo demografico in Giappone, l’azienda intende esplorare attivamente fusioni e acquisizioni all’estero. Il presidente della Sapporo Holdings ha osservato che il Nord America e l’Asia sono le regioni più promettenti per le dimensioni del mercato e la familiarità dell’azienda e ha sottolineato che l’obiettivo principale sarà quello di espandere il marchio di punta Sapporo, riconosciuto all’estero per la sua iconica lattina alta e argentata.

NUOVA ZELANDA: GRATIS SE VUOI BENE

Il birrificio neozelandese Panhead Custom Ales ha creato un distributore automatico di birra che distribuisce lattine gratuite di birra se si dimostra di avere doti musicali alla chitarra. Il distributore, dotato di intelligenza artificiale per valutare l’abilità di un chitarrista, ha fatto il suo debutto ai Panhead Rolling Stone Music Awards, dove ha giudicato alcuni dei migliori chitarristi del Paese.

USA: ASAHI FA SPESA NEGLI STATI UNITI

Il gruppo Asahi prevede di effettuare diverse acquisizioni significative negli Stati Uniti nei prossimi anni per rafforzare la presenza del suo marchio Asahi Super Dry. «Nei prossimi anni, prevediamo di trovarci in una posizione finanziaria favorevole al perseguimento di fusioni e acquisizioni» ha dichiarato Atsushi Katsuki, amministratore delegato di Asahi Group Holdings Ltd, durante un’intervista. Recentemente, Asahi ha acquisito la Octopi Brewing, con sede nel Wisconsin, con l’obiettivo di introdurre per la prima volta la birra Super Dry nel mercato statunitense. La Super Dry, lanciata nel 1987, detiene il titolo di birra più venduta in Giappone. Nonostante la sua attuale presenza negli Stati Uniti, Katsuki ritiene che vi sia un notevole potenziale non sfruttato per il prodotto nel mercato americano. «L’acquisizione di una grande azienda produttrice di birra è per noi lo scenario ideale per espandere la presenza di Super Dry in Nord America – ha dichiarato l’amministratore delegato. – Tuttavia, non abbiamo ancora identificato un obiettivo adatto a tale acquisizione». Inoltre, Asahi intende dare priorità allo sviluppo delle sue linee di prodotti analcolici e a bassa gradazione, con l’obiettivo di aumentare la loro quota al 20% del volume totale entro il 2030, raddoppiando la percentuale attuale.

MONDO: USA E CINA CEDONO IL PASSO

L’IWSR prevede che gli Stati Uniti e la Cina non saranno più i principali motori dei volumi dell’industria globale degli alcolici. Al loro posto, India, Messico e Brasile si distinguono come mercati chiave per la crescita dei volumi nei prossimi cinque anni. Gli Stati Uniti e la Cina, tuttavia, rimarranno importanti motori del valore, nonostante il calo dei volumi previsto per il periodo 2022-2027. Tra il 2022 e il 2027, il mercato statunitense degli alcolici crescerà di 12 miliardi di dollari e quello cinese di 41,7 miliardi. L’India, in particolare, presenta un mercato degli alcolici con forti prospettive di crescita. A fronte di una crescita a volume del +1% per il totale delle bevande alcoliche a livello mondiale nel 2022, i volumi degli alcolici in India sono aumentati del +12%, mentre la birra è cresciuta del +38%, il vino del +19% e gli RTD del +40%. In tutti i casi, il valore è cresciuto più del volume e le previsioni dell’IWSR indicano una traiettoria in continua crescita. «L’India è uno dei pochi grandi mercati di bevande alcoliche al mondo a mostrare un costante slancio, che si prevede continuerà – afferma Jason Holway, senior research consultant dell’IWSR. – È importante notare che i bevitori indiani sono già abituati ai prodotti di stile internazionale. Conoscono le loro applicazioni, le apprezzano e da tempo sono aperti a spendere un po’ di più per i prodotti importati e ora anche per quelli locali». I due maggiori mercati della birra, Cina e Stati Uniti, freneranno la crescita complessiva, soprattutto a causa del calo dei volumi dei prodotti di basso prezzo. Tuttavia, il segmento della birra premium supererà quello della birra standard in entrambi i Paesi. Negli Stati Uniti, si prevede che il mercato della birra premium crescerà del +3% a volume (2022-2027) contro il -5% della birra standard ed economica. In Cina, la birra premium crescerà del +6% a volume contro la stasi delle altre categorie.

AUSTRIA: CALO DELLE VENDITE E DELLA PRODUZIONE

Le vendite di birra in Austria sono diminuite del 3% lo scorso anno. Mentre la produzione totale nel 2022 era aumentata del 4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 10,29 milioni di ettolitri, è diminuita a 9,98 milioni di ettolitri nel 2023. Le vendite di birra sul mercato interno sono state pari a 8,55 milioni di ettolitri (-2,6%), mentre le esportazioni hanno totalizzato 1,43 milioni di ettolitri (-5,9%). Una sfida significativa affrontata dal settore è stata la chiusura di molti locali tradizionali a causa dell’aumento dei costi e del cambiamento delle preferenze dei consumatori. Una nota positiva è che i locali di alto livello e le attività alberghiere hanno mostrato una certa resistenza, con l’apertura di nuovi ristoranti. Una tendenza degna di nota nel settore è anche la crescente popolarità delle birre analcoliche, determinata dall’evoluzione delle preferenze dei consumatori e dai progressi tecnologici. La birra analcolica si è evoluta per offrire sapori e profondità paragonabili a quelli delle varietà alcoliche, offrendo significative opportunità di crescita.

IRLANDA: PUB SENZA ALCOL NELL’ISOLA DELLA BIRRA

Board è un nuovo concetto di pub aperto nel centro di Dublino. La singolarità di Board è tutta nell’offerta: bevande analcoliche e 200 giochi da tavolo, dal Monopoli al Risiko. La sua filosofia è offrire un punto di ritrovo con l’atmosfera e il calore di un classico pub irlandese, ma senza l’alcol, e per divertirsi e socializzare, una gamma di giochi da tavolo. Il bancone serve birre premium alla spina alcol 0%, compresa la Guinness 0.0 e una gamma di artigianali con tanto di IPA, scure, aromatiche alla frutta, Lager, Pils, Pale Ale, Helles e Golden Ale. Immancabili, kombucha e sidro. Intrigante e varia la lista dei mocktails (cocktail analcolici) che non hanno nulla da invidiare ai classici Gin Tonic, Aperol Spritz e Bloody Mary. Autentica scoperta, i 30 liquori proposti, rigorosamente privi di alcool. Anche la carta dei vini rispetta la filosofia del pub analcolici, con le etichette dealcolate, frizzanti e ferme, prodotte in Spagna, del brand irlandese Hollow Leg.