Sbarcano in Italia le specialità del “birrificio gipsy”

Oggi disponibile, grazie a Interbrau, una gammadi birre fisse e di limited release della famosa beer firm di Copenhagen.

In occasione di un recente incontro organizzato da Interbrau, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Christopher Toia, Head of Global Sales di Mikkeller, il birrificio danese celebre in tutto il mondo per la sua vasta gamma di specialità uniche, innovative e di alto livello, studiate e prodotte secondo ricette proprie, che oggi, per la prima volta in assoluto, arrivano in Italia grazie alla partnership con Interbrau, nell’ambito di un progetto di sviluppo distributivo e fidelizzazione al brand. Sarà così disponibile nel mercato, durante tutto l’anno, una gamma di seasonal e limited release e un nuovo assortimento Mikkeller Core Range, con originali proposte che entusiasmeranno gli appassionati. I formati spaziano dai fusti in plastica a perdere, alle bottiglie e lattine di ultima generazione.

1000 birre per infiniti stili

Nato nel 2006 a Copenhagen, il progetto Mikkeller ha ottenuto negli anni un enorme successo, grazie alla produzione di oltre un migliaio di birre differenti, audaci e insolite, espressioni di un’infinita gamma di stili, attraverso le quali ha guidato la moderna rivoluzione craft. Anche le etichette portano un’inconfondibile firma, grazie alla grafica singolare, dallo stile fumettistico, che le rende facilmente identificabili, confermando l’identità di Mikkeller come brand molto giovane e friendly.

La gamma

Tra le specialità del Core Range Mikkeller, disponibili ora in Italia, spiccano la Heated Seats e l’American Dream Extra Dry Hopped. La prima è una Hazy American Pale Ale di ultima generazione, contraddistinta da toni fruttati intensi e amaro pulito in chiusura e una gradazione di 4,9% vol.alc.; torbida, dall’aspetto giallo paglierino, ha una luppolatura esotica. Disponibile in fusto, bottiglia da 33 cl e lattina da 33 cl. La seconda, invece, è una birra non filtrata in stile lager, a bassa fermentazione e gradazione 4,6% Vol., contenente malto d’orzo e generosa luppolatura di Simcoe, Amarillo, Citra e Nelson Sauvin; la bevuta leggera si caratterizza per le note fruttate, dovute all’utilizzo di luppoli esotici in doppio dry hopping, ed è supportata da un corpo medio e una nota amara.

Icona birraria

In qualità di importatore di birre speciali, Interbrau è fiera di aver siglato una collaborazione con un partner prestigioso come Mikkeller. Orgoglio che traspare chiaramente nelle parole di Sandro Vecchiato, titolare, insieme al fratello Michele, di Interbrau. «Mikkeller è una garanzia, o, meglio ancora, è un’icona. Bisogna onorare il fatto che abbia effettivamente sdoganato un sistema, un movimento singolare… perché Mikkeller sostanzialmente è un birrificio “gipsy”, uno “zingaro”, che non ha una birreria propria, però fa birre di qualità. In effetti, Mikkeller è nato in un momento in cui, 10 anni fa, il mondo stava prendendo la direzione e lui è stato in grado di cavalcarla. Secondo noi ha estremizzato, andando a radicalizzare tutti gli stili birrari dai rispettivi ceppi. Quindi se l’Europa ha 3 ceppi, anglosassone, belga-olandese e tedesco-teutonico, ognuno di questi ha le sue autoctonie. Così, ad esempio, una stout, per essere assolutamente originale, deve venire dalle isole britanniche. Ecco… una birra deve essere iconica e per diventarla deve avere un territorio di appartenenza. Poi, all’interno di ogni contesto autoctono, Interbrau va a prendere le eccellenze. Ed è per questo che noi restiamo in attesa: perché aspettiamo che arrivi l’autoctonia estrema, capace di rispondere ai requisiti della tradizione. Pertanto, se noi crediamo nel valore dell’autoctonia lo dobbiamo rispettare e portare avanti a qualsiasi costo con i relativi tempi. Tempi che non puoi dettare, ma solo attendere. In Interbrau abbiamo sempre creduto che occorra fare prima tutto ciò che serve per arrivare nel momento giusto e diventare così un eletto. Noi con tutte le grandi specialità birrarie che selezioniamo per il mercato italiano ci sentiamo degli eletti. Noi pensiamo che la birra sia un patrimonio e come tale debba diventare fruibile perché così diventa un business. Questa è Interbrau e per questo motivo è un’eletta».