Profumo di distillati

Crescono le distillerie nel nostro Paese, soprattutto le microdistillerie. Uno sguardo alle tendenze USA promette un trend positivo per il settore seguito con attenzione dai birrifici

Con un + 20%, in Italia sta crescendo il numero delle distillerie e sono in particolare le microdistillerie a guidare con ben 39 aperture nell’ultimo anno. Sono circa 150 le distillerie attive nel nostro Paese (fonte distillo.it) e il prodotto principe si rivela il gin, spinto dalla mixology, ma anche dalle botaniche che consentono una caratterizzazione territoriale.

Crescita a valore

Negli Stati Uniti, importante mercato di riferimento del settore, gli spirit hanno superato a valore la birra per quanto riguarda la quota di mercato. L’ascesa, come ha dichiarato il Distilled Spirits Council of the United States, è stata alimentata in parte dalla rinascente cultura dei cocktail e dalla forte crescita dei segmenti della tequila e del whisky americano. Nel 2022, i superalcolici hanno guadagnato quote per il tredicesimo anno consecutivo in un mercato, come quello degli alcolici, estremamente competitivo e, dopo anni di crescita costante, per la prima volta, seppur di pochissimo, i fatturati hanno superato quelli della birra coprendo il 42,1% del mercato, mentre la birra è a quota 41,9%. «Nonostante la difficile congiuntura economica, nel 2022 i consumatori hanno dimostrato di apprezzare gli spirit di qualità e i cocktail raffinati» ha dichiarato al Houston Chronicle il presidente e amministratore delegato del Distilled Spirits Council Chris Swonger.

Le vendite complessive degli spirit negli Stati Uniti sono aumentate del 5,1% nel 2022, raggiungendo la cifra record di 37,6 miliardi di dollari. I volumi sono aumentati del 4,8%, raggiungendo i 305 milioni di casse da 9 litri.


Immagini dall’ultima edizione, tenutasi a maggio, di Distillo, l’evento italiano più importante dedicato al craft distilling

Birra numero uno

Brian Crawford, presidente e amministratore delegato del Beer Institute, ha insistito sul fatto che la birra comunque «rimane la scelta numero uno degli alcolici in America». Benj Steinman, presidente di Beer Marketer’s Insights, pubblicazione leader nel settore birrario, ha affermato che l’industria della birra ha registrato una crescita senza precedenti negli anni ‘70, con un ritmo del 4% annuo, ma negli ultimi decenni la crescita è stata sostanzialmente piatta. Nel frattempo, gli alcolici sono fioriti, soprattutto negli ultimi 20 anni.

Steinman e Bart Watson, capo economista della Brewers Association, concordano sul fatto che ci sono diverse ragioni per il passaggio agli alcolici. «Il prezzo è una parte particolarmente importante della storia» ha detto Watson citando dati che dimostrano che negli ultimi decenni gli alcolici sono diventati più economici del 20% rispetto alla birra. Un altro fattore è la comunicazione e Watson ha sottolineato, al riguardo, il successo degli alcolici nel rivolgersi alle donne.

Premium e super-premium

L’ascesa del settore degli alcolici ha coinciso con la crescente sete di prodotti di fascia alta e super-premium. La tendenza alla premiumizzazione è rallentata nel 2022, ma oltre il 60% del fatturato totale del settore degli alcolici negli Stati Uniti l’anno scorso è derivato dalle vendite di alcolici di fascia alta e super-premium, per lo più guidati dalla tequila e dal whisky americano, prodotti di fascia alta con prezzi più alti. «Sebbene molti consumatori sentano il peso dell’inflazione e del ridotto reddito disponibile, sono ancora disposti ad acquistare quella speciale bottiglia di alcolici scegliendo di sorseggiare un po’ di lusso e di bere meglio, non di più» ha detto Christine Lo Cascio del Distilled Spirit Council of USA.

Successo dei cocktail premiscelati

All’interno del settore degli alcolici, la vodka ha mantenuto la sua quota. Nella categoria tequila/mezcal le vendite sono aumentate del 17,2%. Le vendite di whisky americano (bourbon, il Tennessee whiskey e il rye whiskey) sono aumentate del 10,5%. Le vendite di brandy e cognac invece sono diminuite. I cocktail premiscelati hanno registrato la più rapida crescita con un aumento del 35,8%. Steinman ha affermato che anche i grandi operatori dell’industria della birra si stanno interessando agli alcolici. Tanto è vero che Molson Coors ha cambiato il suo nome nel 2019, passando da Molson Coors Brewing a Molson Coors Beverage Co. e uno dei ready to drink più venduti, Cutwater, è prodotto da Anheuser-Busch InBev.

39 NUOVE APERTURE IN ITALIA

41,9% QUOTA DI MERCATO FATTURATO BIRRA IN USA

150 LE DISTILLERIE ATTIVE NEL NOSTRO PAESE

42,1% QUOTA DI MERCATO FATTURATO SUPERALCOLICI IN USA