Il paradiso della birra

Così è chiamato il Belgio. Per la sua varietà e la sua tradizione. Tenere in assortimento birre belghe vuol dire richiamare e soddisfare un pubblico di intenditori. Lo sarà anche nei prossimi anni?

Belgio nel mondo brassicolo vuol dire tradizione, onore, rispetto, qualità, in poche parole, il massimo che si possa avere. Ma al di là delle motivazioni storiche, quali invece le ragioni che portano un locale birrario a scegliere birre belghe? E tutto questo avrà ancora senso nel prossimo futuro? Lo abbiamo chiesto al massimo esperto del settore quando si nomina la produzione brassicola belga: Lorenzo Dabove (nella foto), meglio conosciuto come Kuaska.

Perché parlare di birre belghe in Italia? Quali le loro prospettive sul nostro mercato?

I nostri consumatori, seppur accerchiati da crescenti interpretazioni di tipologie di birre e non solo di influenza americana, tutte le declinazioni delle IPA in primis, ma anche tedesche, come le Berliner Weisse e Liepziger Gose o polacche come la Grodziskie, cedono ancora al fascino di quello che si usa definire “il Grande Belgio”. Questo, a mio avviso, è dovuto all’inesorabile, per fortuna rapido, fluttuare delle mode e all’intrinseco valore dei grandi classici del Belgio, che da sempre regalano emozioni legate a svariati fattori, come l’indubbia qualità, la costanza e la riconducibilità di alcuni “monumenti” (per fare solo due degli innumerevoli esempi, l’Orval e la Westmalle Tripel) e, d’altra parte, proprio il contrario, cioè la variazione di altri “monumenti” legati alla stagionalità come le Saison e le Gueuze. Ma anche, perché no, anche alle genuine persone, ai birrai, ai publican e ai bevitori incontrati nei sempre più frequenti viaggi in un paese che prima veniva quasi sempre solo attraversato per raggiungere l’Olanda.

 

Quali le tipologie di locali che dovrebbero inserirle in assortimento e con quale criterio?

Per rispondere adeguatamente, vorrei fare una distinzione tra beer-shop e pub o locale in genere. Per i primi, suggerirei innanzitutto una netta distinzione negli scaffali tra il “Grande Belgio” e le altre. Dopodiché avremmo due opzioni tra cui scegliere liberamente, l’apportare un’ulteriore suddivisione secondo lo stile oppure secondo il produttore. Ciò servirebbe a evitare la confusione che spiazza il cliente e con la quale oggi spesso deve combattere per il numero impressionante di bottiglie e lattine tra cui decidere l’acquisto. Riguardo i locali, pub e simili, le cose cambiano. Da sempre predico l’idea di una “clever list” cioè un’offerta che, al tempo stesso, tenga conto delle tendenze attuali, a volte alquanto bizzarre, ma che non trascuri birre che sappiano fidelizzare il cliente abituale e attrarre quello occasionale e quali più dei classici della Vallonia, delle Fiandre e di Bruxelles possono essere rappresentative? Superfluo aggiungere che sia nel caso dei beershop che di pub e locali un ruolo decisivo lo debba saper svolgere il titolare che, per creare uno staff all’altezza, deve avere, oltre che indubbia passione, competenza, tempo e voglia di studiare, aggiornarsi e, se possibile, viaggiare nei luoghi. Non a caso ho detto “aggiornarsi” perché anche in Belgio sono ben presenti le contaminazioni modaiole, che vanno distinte da progetti interessanti come, ad esempio, l’uso delle botti in stili che prima non le prevedevano o progetti di una, fino ad allora inedita, linea “sour”. Progetto è la parola-chiave! Come avviene nel nostro meraviglioso movimento artigianale, tra i riconosciuti leader della cosiddetta Craft Beer Revolution, plaudiamo chi la applica con una serie di birre passate in botti di origini differenti per i vini e i distillati che vi erano contenuti e diffidiamo di chi infili nel proprio portfolio una birra in botte o una sour solo per seguire le mode e le richieste del mercato.

Catherine Dubrulle Marketing & real estate manager Brouwerij Huyghe

Il mercato italiano è sempre più ricettivo verso le birre di qualità, in particolar modo in presenza di una tradizione importante come quella belga. I numeri dicono che c’è sempre un maggior interesse, questo deve però continuare a essere coltivato promuovendo prodotti nuovi e cercando di comprendere e anticipare le esigenze del consumatore.

Tradizione & innovazione

Abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di ospitare numerosi clienti italiani nel 2022 e nel 2023 che si sono dimostrati affascinati dal brand e dal birrificio, ma anche curiosi verso i nuovi prodotti e le innovazioni tecnologiche. Fondamentale è non credere che anche la tradizione non possa rinnovarsi e seguire l’evoluzione e il gusto dei consumatori, rispettando il passato ma guardando al futuro. Pur trovando le sue origini nel 1654, Huyghe ha dimostrato nel tempo una grandissima capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato: Delirium Tremens (1989), Delirium Nocturnum (1999), Christmas (2000), Red (2010), Deliria (2013), Argentum (2014) e Black (2019) completano una gamma che 34 anni dopo viene considerata tradizionale e iconica nel panorama brassicolo belga. La stessa Black segue una tradizione nata oltreoceano, quella dell’invecchiamento in botti ex bourbon, ma lo stile base è una tradizionale Belgian Dark Strong Ale. Oggi nello stesso birrificio vengono prodotte numerose birre luppolate a freddo, oltre la Argentum ricordiamo La Guillottine, storica ricetta profondamente cambiata nel tempo, una birra di un’abbazia storica come Averbode e Paranoia, una Hazy IPA luppolata con ben due Cryo® Hops (Mosaic e Citra).

 

La sostenibilità ambientale

A proposito di tradizione e innovazione, Huyghe ha contribuito ad aprire ben quattro microbirrifici, presso le abbazie di Averbode e Ten Duinen (St. Idesbald), una poco lontano da Melle, dove ha ripristinato un’antica azienda orticola (Haeseveld), e l’ultima, e più recente, nel nome di Jacob Van Artevelde in pieno centro a Gand. Nel birrificio di Melle sono stati fatti recentemente notevoli investimenti per la sostenibilità: negli ultimi 15 anni sono stati ridotti i consumi di acqua ed energia e le emissioni di Co2 di oltre il 60%. Il 70% dell’acqua viene riutilizzata e il 100% dell’energia proviene da fonti rinnovabili, in parte da centrali eoliche, in parte dai pannelli solari installati sul tetto del birrificio e delle strutture collegate. Il futuro della birra passa anche da una miglior sostenibilità ambientale.

Formazione & servizio

Crediamo che la differenza sia sempre nella qualità del prodotto e in un racconto onesto e diretto. Naturalmente, affinché il prodotto arrivi integro al consumatore finale, è fondamentale preparare la filiera con corsi e aggiornamenti continui che riguardino stoccaggio, servizio, vendita, storytelling e food pairing. Organizziamo ogni anno numerose attività, coinvolgendo clienti e appassionati in masterclass e tour dei nostri stabilimenti. In queste visite cerchiamo sempre di suggerire strategie di vendita e abbinamenti con piatti della cucina belga e internazionale e, naturalmente, formaggi belgi. Rispettando queste semplici regole anche un prodotto tradizionale come la birra belga potrà mantenere e aumentare la sua importanza nel mercato brassicolo italiano.

Eline Warrinnier General manager di Birrificio del Ducato del gruppo Duvel Moortgat

L’Italia è un mercato in cui la cultura birraria cresce, anno dopo anno, grazie alle attività di formazione proposte dai distributori e alla curiosità verso il prodotto birra, aumentata a seguito del fenomeno delle birre artigianali. La maggior parte dei distributori di birra operanti nel canale Horeca ha costruito la propria fortuna importando prodotti da paesi come il Belgio, la Germania o l’Inghilterra, che, oltre ad avere mercati della birra molto più sviluppati in termini di consumo pro capite, sono custodi di tradizioni e cultura della birra secolari.

Questione di cultura

In Italia, anche gli operatori del settore più aperti all’innovazione sono estremamente rispettosi verso i prodotti che provengono dai paesi che hanno costruito la storia della birra, gli stessi che continuano a scriverla, non solo con le loro produzioni ma anche trasmettendo la cultura della birra alle nuove generazioni tramite strutture e corsi accademici specificamente dedicati all’educazione degli operatori del settore. L’importanza dei marchi belgi e il rispetto di cui godono da parte di consumatori e operatori del settore continueranno ad accrescersi di pari passo con una sempre più approfondita cultura della birra nel mercato italiano, conquistando consumatori sempre più maturi e preparati.

 

Rapporti stabili con i partner

Come azienda riconosciamo l’importanza di un rapporto trasparente e stabile con i nostri partner, intesi sia come distributori che come punti di consumo. In un mercato sempre più competitivo, dinamico e, talvolta, anche confuso, noi crediamo che la stabilità delle relazioni con distributori e punti vendita abbia un valore sempre crescente. Noi continueremo a gestire le nostre politiche commerciali e di marketing per costruire rapporti di fiducia trasparenti e duraturi con i nostri clienti, perché la qualità è un valore che necessita di tempo e dedizione per esprimersi al meglio.

Attività sul punto vendita

Il punto di consumo deve mettere la competenza nel servizio al centro della propria attività, lavorando con qualità e creando una esperienza positiva per i propri clienti, in modo da creare affezione al locale e ai marchi con cui collabora. Tutto questo va oltre i prezzi, la posizione dei punti di consumo o la concorrenza, la qualità vince sempre nel lungo termine. Come azienda produttrice, noi garantiamo ai locali l’eccellenza qualitativa e la sicurezza dei nostri prodotti e possiamo supportare la loro attività con informazioni, consulenza, materiali di servizio adeguati e iniziative come degustazioni e attività sul punto vendita costruite ad hoc, gestite dal nostro personale, sempre a sostegno dei nostri distributori.

Giancarlo Trizzullo Amministratore John Martin Italia

Tre premesse importanti sulle birre belghe. Uno. Sono famose in tutto il mondo per la loro varietà e qualità. Due. La cultura della birra belga è stata dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2016. Tre. Il Belgio vanta una ricca tradizione birraria.Questa unicità del mondo birrario belga mi porta ad affermare che le birre belghe rappresentano tuttora un punto di riferimento nel mercato italiano e non solo. Tuttavia, la presenza sempre maggiore di birre d’importazione e di birre artigianali ed estere ha accresciuto in modo significativo il livello di concorrenza nel mercato. Pertanto, saranno decisive nei prossimi anni adottare le giuste strategie di marketing e di distribuzione al fine di conquistare le preferenze dei consumatori italiani. Ci sono vari fattori tutti determinanti per affermarsi presso i consumatori: la qualità, la varietà, la tradizione, l’autenticità, la storia e la cultura. La qualità come garanzia di prodotto e la varietà come possibilità offerta al consumatore di degustare varie tipologie di birre. Inoltre, l’autenticità e la tradizione come fattori di genuinità e la storia e la cultura come conoscenza del luogo di produzione.

 

Conoscenza diretta

È molto importante che i clienti visitino i nostri birrifici in Belgio. Questo consente di conoscere l’ampia gamma dei diversi stili di birra, la grande cultura e la lunga tradizione oltre ai diversi processi di produzione, che solo qui si presentano in una tale varietà, e di apprezzare sul posto con degustazioni le nostre birre. In tal modo le caratteristiche produttive e qualitative dei prodotti potranno essere trasmesse ai consumatori, nel modo migliore, come risultato di un’esperienza diretta. Per far conoscere e apprezzare i nostri prodotti può essere molto utile organizzare eventi di degustazione con la collaborazione dei nostri distributori al fine di mettere in evidenza varietà e stili birrari. In particolare, per valorizzare le birre belghe, si possono organizzare serate con abbinamenti cibo-birra. Molto strategiche anche attività promozionali durante eventi come la Festa Nazionale del Belgio oppure la Festa della birra belga nel 1° week end di settembre, attività che permettono di aumentare la visibilità e suscitare l’interesse dei consumatori. Infine, per i punti di consumo è assolutamente preziosa l’organizzazione di corsi di spillatura (spina o bottiglia) presso i nostri distributori o presso i locali.

 

Vincent Carton Direttore vendite Brouwerij Dubuisson

Il Belgio ha una notevole cultura della birra e si trova al centro di un’area a marcata vocazione birraria, che comprende Regno Unito, Francia settentrionale, Gemania e Repubblica Ceca.

Le birre belghe sono note per la loro qualità, lo standard costante e l’incredibile varietà (dalle Trappiste ai lambic, dalle Triple alle alcoliche Ale bionde e ambrate). L’Italia, al contrario, si trova nell’area di produzione del vino con Portogallo, Spagna e Grecia, ma ha anche un’ottima cultura del bere che si adatta alla diversità che le birre belghe possono offrire.

Forte posizione di mercato

In questo panorama, come perfetto interprete della cultura brassicola belga, si colloca Dubuisson, birrificio a conduzione familiare dal 1769 che ha dimostrato una grande capacità di resistenza alle crisi nel corso dei decenni e continua a rivelare una grande capacità di adattamento ancora oggi. I prodotti Dubuisson (Bush, Cuvée des Trolls, Blanche Dubuisson, Surfine) hanno una forte posizione sul mercato italiano con una buona varietà di prodotti, dalle birre bionde, fruttate e ambrate forti alle Blanches delicate.

Un numero selezionato di clienti

Per Dubuisson, il ruolo del team di Brewrise è fondamentale per lo sviluppo quotidiano della nostra attività. Dobbiamo lavorare sulla distribuzione, sul rapporto con il distributore e sul punto di consumo. Abbiamo sviluppato un programma Ambushadeur per lavorare a stretto contatto con una selezione di clienti e promuovere, in particolare, il marchio Bush in modo qualitativo ed esclusivo.

 

Luca De Zen CEO Swinkels Family Brewers Italia

Le preferenze del consumatore italiano si sono progressivamente evolute nel tempo: oggi è alla ricerca di nuovi stili, in grado di ampliare la sua esperienza in fatto di birra, andando oltre le tipologie più tradizionali, come la Lager o la Pilsner. La birra belga è da sempre sinonimo di qualità, tradizione e autenticità e questo cambiamento nei gusti dei consumatori contribuisce senza dubbio a incrementare l’apprezzamento verso le birre belghe. In Belgio convivono da sempre in perfetto equilibrio tradizione e creatività: la produzione di birra belga non solo è estremamente ampia, ma è anche in grado di offrire una straordinaria varietà di birre molto diverse sotto il profilo organolettico, tra cui numerosi prodotti di eccellenza, come le birre Trappiste e i Lambic, le Dubbel e le Tripel. Si tratta di un eccezionale ventaglio di proposte, che ispira i moderni mastri birrai in tutto il mondo e che è in grado di soddisfare anche i palati dei consumatori più esigenti.

La concorrenza delle artigianali italiane

Anche se la concorrenza è molto serrata, soprattutto con le birre artigianali italiane, che si inseriscono negli stessi momenti di consumo delle birre belghe (spesso a un prezzo inferiore), il potenziale delle birre belghe in Italia è molto elevato. Il Belgio può quindi sicuramente giocare un ruolo importante nel vivace panorama della birra artigianale attuale e futuro, in quanto conta su una tradizione secolare, su alta qualità, elemento a cui il consumatore italiano è sempre più attento, oltre che su una ricchissima storia.

155 riconoscimenti

La nostra ambizione è di poter far conoscere e apprezzare i nostri prodotti a tutti gli amanti della birra di qualità. Vantiamo oggi un portafoglio di birre belghe molto ampio, caratterizzato da una ampia varietà di birre pluripremiate. Dal birrificio Rodenbach, riconosciuto come il miglior produttore di birre sour, Rodenbach Gran Cru, la birra di riferimento per le Flemish Red Ale che continua a fare incetta di premi in tutto il mondo, con oltre 155 riconoscimenti all’attivo, e tra le novità, Fruitage, che si presenta come un’ottima alternativa per l’aperitivo di un target giovane e trendy. Palm, nata nel 1747, nel cuore delle Fiandre, è il risultato di una accurata selezione di lieviti, luppoli e malti raffinati ed è diventata nel 1904 la birra ufficiale dello stile belga. Inoltre, Cornet, che si contraddistingue per essere la tipica Strong Belgian Ale, Estaminet, Brugge Tripel e Steenbrugge. Tra i nostri obiettivi ci sono la crescita e lo sviluppo del canale Horeca, grazie a un portafoglio prodotti sempre più ampio di specialità che possa offrire al mercato italiano un’alternativa interessante e di alta qualità. Oggi, le birre belghe sono sempre più popolari anche al di fuori del loro paese d’origine e rappresentano un connubio perfetto di qualità e tradizione: valori che si sposano perfettamente con quelli tramandati da oltre 300 anni da Royal Swinkels Family Brewers.