Ieri, oggi e domani: la birra in Italia

Eccoci alla seconda puntata sul mondo della birra nel nostro Paese, il suo passato, il suo presente e il suo futuro con le osservazioni di Tullio Zangrando, decano del comparto birrario italiano

Sono tanti i progressi che il settore birrario italiano ha compiuto negli ultimi decenni.  Ne ricorderò solo alcuni particolarmente significativi.  Sul fronte del consumo, il pro capite annuo è salito da 25 a 35 litri. Sul fronte produttivo, alcune nostre birre possono vantarsi di essere ottenute con solo luppolo italiano (e qui va ricordata la Italian Hops Company  sorta in provincia di Modena nel 2014) e imponente è stato anche l’aumento della produzione italiana di orzo da birra distico primaverile, passata da 150.000 a circa 500.000 quintali, grazie, in particolare, all’impegno del prof. Bonciarelli (Università di Perugia), di Giuseppe Zucconi (fondatore della Malteria di Melfi) e di Giorgio Zasio (già direttore tecnologico di Peroni e amministratore delegato della Malteria SAPLO di Pomezia). Come risultato della costosa e assidua selezione di varietà che si adattano sempre meglio ai cambiamenti climatici e tutelano gli interessi degli agricoltori e le esigenze tecnologiche dei birrai, la qualità ‘birraria’ del malto (e non solo di quello da orzo italiano) è nettamente migliorata. La qualità della birra prodotta in Italia è ormai riconosciuta in tutto il mondo, come dimostrano i molti premi a concorsi internazionali od operazioni di alto profilo come l’esclusiva della San Gabriel a produrre con il marchio Cipriani distribuito nei rinomati ristoranti.

Tullio Zangrando

Informazione e formazione

Crescente è stata inoltre, da parte di tutti i produttori, l’attenzione ai molteplici aspetti della sostenibilità: a titolo di esempio, i risultati di Carlsberg Italia, che dal 2015 al 2022, come riportato nell’ultimo report ESG, è riuscita a ridurre del 38% le emissioni di CO2 e del 32% il consumo di acqua nel Birrificio Angelo Poretti a Induno Olona.

Accanto a questi progressi, che hanno accompagnato i primi quarant’anni di vita de Il Mondo della Birra e hanno fortemente contribuito ad accrescere la notorietà della birra nel nostro Paese, vanno ricordati numerosi professionisti, tra i quali, non potendoli citare tutti, il giornalista Maurizio Maestrelli e Christian Garavaglia dell’Università Bocconi, e le innumerevoli iniziative di AssoBirra, l’Associazione dei Birrai e dei Maltatori, che dal 1907 promuove la conoscenza, la cultura e il consumo moderato della birra e la reputazione della filiera, obiettivi condivisi da altre due più giovani associazioni del settore, Unionbirrai e Consorzio Birra Italiana nonchè i corsi per biersommelier organizzati anche in Italia dall’Istituto Doemens di Monaco a partire dal 2007, dove si è formato Simonmattia Riva, campione mondiale nel 2015.

Fra le meritorie attività di AssoBirra, è stata di grande portata la promozione del Centro Ricerche per l’Eccellenza della Birra (CERB), fondato a Perugia in sinergia con l’Università degli Studi del capoluogo umbro nel 2003 anche grazie all’entusiasmo di Paolo Fantozzi (che ne fu il primo direttore) e di Giorgio Zasio (dal 2004 al 2012 docente di tecnologia birraria e maltaria). Così, se in passato i giovani italiani desiderosi di specializzarsi in tale materia dovevano iscriversi a qualche università straniera, oggi possono iscriversi al Corso di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Perugia nel curriculum triennale Tecnologie Birrarie, con le materie specifiche affidate agli specialisti del CERB, che può essere completato dal Master in Tecnologie Birrarie. Il CERB, attualmente diretto dalla Prof. Ombretta Marconi, offre numerosi servizi e corsi di grande interesse anche per i birrai artigianali e, per conto del Banco Nazionale di Assaggio delle Birre, organizza, in collaborazione con la Camera di Commercio di Perugia e altri enti, il Premio Cervisia, giunto nel 2022 alla IX edizione.

Feste e fiere

Passando dall’ambito specialistico a quello di grande impatto sul pubblico, meritano certo di essere menzionate, come segno della crescente popolarità della birra in Italia, le sagre e le fiere birrarie, che si sono moltiplicate, e un posto d’onore va a Pianeta Birra, evento fieristico tenutosi per la prima volta a Rimini nel 1999, oggi sostituito da Beer&Food Attraction. Giunta quest’anno all’ottava edizione, Beer&Food Attraction è una delle più importanti occasioni di incontro fra produttori grandi e piccoli, distributori, importatori e gestori di esercizi pubblici. Dedicata all’universo del food & beverage e della birra in particolare, vede un intero padiglione riservato ai birrifici artigianali, molto opportuno omaggio alla loro importanza. A questa fiera (come già a Pianeta Birra) si è vista una crescente presenza di fornitori di materie prime e attrezzature per birrerie, un settore che fino ad alcune decine di anni fa era monopolio assoluto di ditte straniere, ma nel quale il nostro Paese è riuscito a entrare brillantemente. Basti pensare alla Simonazzi di Parma che all’Interbrau di Monaco del 1991 espose il prototipo di una riempitrice da 100.000 bottiglie/ora, una prima mondiale.

La birra artigianale

Il fenomeno globale dei birrifici artigianali, iniziato negli anni ’60 negli USA con la californiana Anchor Steam di San Francisco, ha preso forma in Italia a partire dagli anni ’80 arrivando attualmente a contare circa 900 con un rapporto record di quasi uno per 60.000 abitanti! Tanti i protagonisti di questa avventura, uno per tutti quello di Teo Musso della Baladin di Piozzo, ma importante anche il ruolo di alcuni comunicatori, come Lorenzo Dabove, in arte Kuaska, che, fra l’altro, insieme a Teo, ha creato il Teku, il primo bicchiere per la degustazione delle birre artigianali.