Alta qualità e creatività continuano a essere i caratteri distintivi dei prodotti craft, che sempre più però dovranno guardare anche alla distribuzione. Con il presidente di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, parliamo del futuro della produzione artigianale made in Italy
di Giuliana Valcavi
Foto in copertina: Vittorio Ferraris, presidente Unionbirrai
La birra artigianale italiana è caratterizzata soprattutto da una qualità elevata, confermata a livello internazionale da numerosi e prestigiosi riconoscimenti, e da una diversificazione produttiva notevole, frutto di grande estro creativo. Ma non è detto che questo basti nei prossimi anni. «Sicuramente non possiamo prescindere dal continuo mantenimento dell’elevata qualità del prodotto – ha indicato Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai. – Elementi che caratterizzano le birre artigianali sono oggi la ricerca e l’attenta selezione delle materie prime, la cura del processo produttivo insieme alla flessibilità e all’innovazione e alla creatività dei produttori italiani. È ovvio però che bisogna cercare di creare degli atout nuovi e per questo si sta lavorando sulla costruzione di una filiera che possa permetterci di brandizzare i prodotti con un marchio d’italianità al 100%».
L’evoluzione tecnologica che posto ha nella produzione birraria artigianale italiana attualmente e che ruolo avrà prossimamente?
Le tecnologie hanno supportato costantemente la crescita del movimento birrario dal 1995 ad oggi e questo è testimoniato anche da come non solo il settore ma anche la filiera ad esso legata siano cresciuti. Come anche si è evoluto l’intero indotto di addetti ai servizi e alle attrezzature, cresciuti professionalmente insieme a noi. Oggi tutto il comparto ha una valenza molto più elevata, conferita anche da partnership mirate al continuo miglioramento della qualità.
E la creatività?
La creatività è fondamentale perché è una delle caratteristiche principali dei prodotti italiani del food and beverage. Siamo riconosciuti in tutto il mondo come coloro in grado di dar vita a prodotti di elevatissimo valore, ma questo valore è dato anche dalla diversificazione, dalla ricerca, dall’innovazione. È la fantasia del produttore che porta valore aggiunto al prodotto.
Quali le novità che possiamo attenderci nel settore a breve, a medio e a lungo termine?
Possiamo aspettarci un cambiamento nel mercato, che è in evoluzione continua, con un occhio di riguardo all’export, che per il periodo pandemico ha subito un arresto significativo. Nonostante questo arresto, il nostro prodotto è riconosciuto all’estero per la qualità molto elevata e quindi è necessario continuare a lavorare per fare in modo che i nostri prodotti possano essere distribuiti in tutto il mercato europeo e non solo. Per quanto riguarda il comparto, ci sarà un assestamento in termini strutturali, perché la pandemia e la crisi energetica hanno creato tanti problemi. Ci aspettiamo, quindi, che ci possa essere un diverso approccio al mercato da parte dei birrifici, con aziende che continueranno a lavorare con maggiore vicinanza al territorio e alcune più strutturate che potranno affacciarsi al mondo della grande distribuzione.
Quali gli ostacoli maggiori alla crescita del consumo di birre artigianali, sempre confinato a 2-3% del totale? Il prezzo? La distribuzione?
L’aspetto più penalizzante riguarda il non riuscire a comunicare bene ai consumatori il valore del prodotto. È oggi importante pensare in ottica di rinnovamento per tutto il comparto, cercando di creare consapevolezza nei consumatori affinché possano riconoscere nella birra artigianale un prodotto di qualità che identifica il made in Italy. Non ritengo il prezzo sia un ostacolo, possono invece esserlo i canali distributivi. Abbiamo ancora difficoltà ad affacciarci alla GDO, ma comunicare bene vuol dire anche riuscire ad arrivare a canali distributivi nuovi.
L’ingresso delle birre artigianali nel canale GDO ha prospettive concrete?
Abbiamo prospettive concrete nel momento in cui riusciamo a lavorare con una GDO che soddisfa quelli che sono i requisiti principali del mercato della birra artigianale: territorialità, catena del freddo e catena corta. Questi gli aspetti più importanti. Anche in questo caso la politica del prezzo non ritengo sia la barriera più grande, bensì lo sono gli aspetti logistici e la comunicazione all’interno di tutto ciò che è larga distribuzione.
Per quanto riguarda il prezzo, ovviamente la birra artigianale non potrà mai competere col prodotto industriale. Come garantire però delle economie di scala utili? Quella del birrificio agricolo può essere una strada da percorrere?
Per quanto riguarda il prezzo, è ovvio che non potremo mai competere con l’industria. Le economie di scala ci sono, ma siamo ancora molto lontani da strutture d’impresa artigianale con sistemi che possano portare alla riduzione dei costi. Anche la birra agricola non ci può portare a una riduzione dei prezzi, anzi probabilmente potrebbe anche richiedere sforzi maggiori, visti i processi interni di creazione della filiera delle materie prime, ma può dare sicuramente una grande svolta in termini di identificazione di un prodotto.
Come avete accolto la recente approvazione dell’estensione del taglio delle accise per il 2023?
Naturalmente abbiamo preso bene la notizia. Abbiamo lottato tanto e fatto tutto il possibile per prorogare gli sconti. Per il momento riguardano solo il 2023, ma stiamo già cominciando ad attrezzarci per il 2024, anche perché abbiamo bisogno di un programma stabile che ci consenta di programmare le attività. È necessario che il Governo prenda una posizione chiara in merito.
Infine, quale il supporto che le associazioni di categoria e in particolare Unionbirrai possono garantire e quali i prossimi obiettivi?
Unionbirrai è dedicata al 100% alla tutela, al supporto e alla promozione della birra artigianale italiana e dei piccoli birrifici indipendenti. Visti gli obiettivi non sempre coincidenti, non si può sempre essere allineati con le altre associazioni, ma negli ultimi anni nel mondo della birra abbiamo trovato grande collaborazione. Spesso insieme si riescono ad ottenere risultati molto più positivi.