BREWDOG TOMORROW, BUSINESS AS A FORCE FOR GOOD

Quando bere birra artigianale fa bene al pianeta.

Dal 2007 ad oggi i ragazzi di BrewDog hanno mostrato la loro indole rivoluziona-ria in più di un’occasione. In questo 2020 così diverso dagli altri anni non si sono persi d’animo, ma anzi hanno deciso di mettere in atto una nuova rivoluzione portando alla luce quanto un’azienda possa fare la differenza. La nuova sfida dei ragazzi di Ellon riguarda la sostenibilità ambientale: piccole e grandi iniziative che cambieranno l’impatto di BrewDog sulla Terra, perché del resto abbiamo bisogno di un pianeta sano per produrre (e bere!) buona birra. BrewDog Tomorrow è l’insieme di azioni concrete che il birrificio sta mettendo in atto in collaborazione con il Professor Mike Benners – Lee che li ha supportati nell’analisi della propria carbon footprint e con cui hanno studiato le migliori azioni possibili per il loro tipo di business, con un obiettivo da portare a termine nei prossimi 24 mesi. Il progetto più ambizioso, annunciato in diretta YouTube è la BrewDog Forest. 800 ettari dove verranno piantati un milione di alberi e ripristinati circa 250 ettari di torbiere. Grazie a questa iniziativa BrewDog è il primo birrificio al mondo ad essere Carbon Negative, sottraendo dall’atmosfera il doppio dell’anidride carbonica che emette.

Oltre alla foresta, diverse iniziative che permettono di reimmettere gli scarti di produzione all’interno di altre filiere, trasformandoli in biocarburante oppure usando la CO2 in eccesso per carbonare le birre successive. Allo stesso modo BrewDog privilegia l’energia eolica e la distribuzione tramite mezzi ibridi o 100% elettrici e si impegna a limitare al massimo gli sprechi, ad esempio distillando birre non più adatte alla vendita che verranno trasformate in Vodka e Gin dai ragazzi di BrewDog Distilling. Anche nella barricaia di Overworks il tema della sostenibilità è preso particolarmente a cuore, tanto che la frutta usata nelle seconde fermentazioni o negli affinamenti delle birre che lo richiedono, è frutta con piccoli difetti visivi o alla fine della sua shelf life che verrebbe buttata senza mai arrivare sugli scaffali dei supermercati o sulle tavole. Non si tratta dei primi passi di questo birrificio in tema di sostenibilità: già da diversi mesi si è notato un grande impegno nella riduzione della plastica in termini di packaging che ha avuto continuità anche in fase di rebranding. Nel corso del 2020 infatti, tutte le grafiche BrewDog sono state rinnovate ed abbiamo accolto nuove birre nella core line come Hazy Jane che diventa una vera e propria famiglia nelle sue versioni da 5% abv e 7,2% abv, e Jagged Edge, West Coast Ipa dall’intensa luppolatura, ispirata alla storica Jack Hammer. BrewDog come sempre si dimostra una realtà unica che fa del suo business una forza trainante da diversi punti di vista, le sue birre sono disponibili in Italia tramite Ales&Co con cui collabora da oltre 10 anni.