Foto in copertina: da sinistra, Roberto Santarelli, direttore responsabile di Tuttopress Editrice, e Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai
Positivi i risultati delle birre artigianali nei primi mesi dell’anno. Non mancano alcune incognite relative ai rialzi dei costi, ma note ottimistiche provengono anche dai recenti accordi con gli agricoltori. Ne parliamo col presidente di Unionbirrai, Vittorio Ferraris
«Il mercato della birra artigianale è ripartito nei primi mesi del 2022 con numeri molto interessanti – spiega Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai. – Lo abbiamo visto anche a Cibus con la presenza importante di birrifici e la presenza di un pubblico molto attento. La riapertura dell’Horeca ha dato una spinta notevole, comunque i birrifici artigianali si sono adeguati alle nuove modalità di consumo con grande determinazione e risultati molto soddisfacenti».
In che misura i birrifici artigianali stanno risentendo della crisi energetica e delle materie prime?
È una questione preoccupante. Al momento i costi delle materie prime base per la produzione birraria hanno raggiunto un incremento anche del 30%, mentre i costi del packaging, già aumentati durante la pandemia, hanno subito un ulteriore aumento con il conflitto in Ucraina e per alcuni materiali sono addirittura raddoppiati, con non pochi problemi anche sull’approvvigionamento. Significativo, inoltre, anche l’incremento per il prezzo dell’energia. Visti questi presupposti, quello che Unionbirrai sta cercando di fare è sondare la domanda collettiva e provare a ipotizzare dei programmi di acquisto che consentano l’abbattimento dei costi sia delle materie prime sia per l’approvvigionamento di servizi.
Quali le previsioni a breve e medio termine?
Le previsioni sono ottimistiche. D’altra parte, abbiamo visto anche nei periodi di pandemia che appena si presentava qualche apertura, la risposta da parte del consumatore è stata sempre molto positiva. Abbiamo un prodotto che trova sempre più riscontro presso il consumatore.
Quali i termini della collaborazione con CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) presentata a Cibus?
È stato sottoscritto un protocollo d’intesa con CIA che sancisce una partnership che esiste da anni, ma che adesso trova una sua formalizzazione istituzionale (ved. box). Noi apparteniamo a una filiera agricola e riteniamo che questo sia importante anche per l’identità del nostro prodotto. La territorialità è una delle leve più importanti che abbiamo nei confronti del consumatore, quindi ben venga questa preziosissima collaborazione.
Avete sottolineato l’importanza della presenza della birra artigianale nella GDO. C’è qualche progetto in merito?
Le chiusure durante la pandemia hanno evidenziato la nostra debolezza nella capacità di raggiungere il consumatore finale. Da tre anni, Unionbirrai ha un progetto per raggiungere la GDO mantenendo fede alle nostre logiche, che abbiamo sempre difeso, di territorialità, prossimità e identificazione del prodotto sul territorio. Tutto ciò deve essere unito alle esigenze di conservazione del prodotto.
COLLABORAZIONE CON GLI AGRICOLTORI
Cia e Unionbirrai costituiscono un tavolo di lavoro paritetico, preposto alla formulazione, redazione e studio di atti, servizi e iniziative di interesse comune di natura tecnica, legislativa e/o normativa, di ausilio alle imprese, segnalazioni, realizzazione di eventi formativi, culturali e di comunicazione.
Temi fondamentali del tavolo sono:
– Favorire un percorso di collaborazione a tutela e valorizzazione della birra artigianale così come definita ai sensi dell’art.2 comma 4bis della legge 16-08-1962 numero 1354, considerato che la birra rientra a pieno titolo tra le attività agricole connesse ai sensi del DM del 5 agosto 2010.
– Facilitare corrette relazioni di filiera tra produttori di materia prima agricola nazionale e birrifici agricoli e artigianali.
– Sostenere la produzione, la commercializzazione, la distribuzione, la promozione di birra agricola e artigianale italiana.
– Accrescere gli standard di qualità a ogni processo di filiera per la birra artigianale e agricola italiana.
– Sostenere sistemi di produzione sostenibili, con benefici ambientali, economici e sociali lungo tutta la catena produttiva.
– Promuovere studi, ricerche, attività di formazione e di informazione per favorire la conoscenza e lo sviluppo di ogni iniziativa in grado di migliorare la filiera produttiva.
– Interloquire con le istituzioni, nonché con le forze politiche, economiche e sociali per rafforzare il settore.