Al Balmet dal Farinel, le radici di una tradizione

Tornare un po’ indietro per andare avanti: il motto dei proprietari e gestori di un locale unico, discendente da un’antica tradizione canavesana.

L’Italia, si sa, non è seconda a nessun’altra nazione per la varietà di paesaggi e culture: basta, a volte, girare l’angolo per trovarsi immersi in luoghi e atmosfere inusuali quanto piacevoli. È quello che accade a Borgofranco d’Ivrea se ci si spinge, senza fare troppa strada, in Via del Buonumore. Siamo ai piedi delle Prealpi Piemontesi, nella provincia garbata e capace di godersi la vita, amante della buona tavola e della convivialità. Non sorprende, quindi, che Marco Omenetto, nato a Borgofranco, abbia scelto di tornare nei luoghi delle proprie radici, dopo diverse esperienze di ristorazione ‘on the road’ in Italia e Spagna, affiancato dalla moglie Alexandra Hantea.

La magia dei balmetti

«La Via del Buonumore ci spiega Marco deve il suo nome alla presenza dei numerosi balmetti, locali dove si ritrovano da sempre i loro proprietari in allegra compagnia, mangiando, bevendo e cantando. La particolarità dei balmetti è determinata dalla loro costruzione, a ridosso della roccia e in corrispondenza delle spaccature che, tutto l’anno, garantiscono un costante apporto di aria fresca; un fenomeno naturale che ha qualcosa di misterioso, di magico». E proprio sfruttando un balmetto, nasce il locale Al Balmet dal Farinel, che oggi offre una suggestiva antica cantina restaurata, una sala del ritrovo con stufa a legna per cucinare, e un grande accogliente biergarten, allestito e riscaldato, per l’utilizzo anche nella stagione fredda. La particolare atmosfera che avvolge il locale è arricchita dalla vista degli edifici che ospitavano lo storico birrificio Metzger, oggi non più attivo, adiacente al dehors.

Gli strumenti di cottura della tradizione canavesana: la stufa ‘putagè’ e le piastre di ferro per la cottura delle ‘miasse’.

Un tocco di street food

Farinel, nel dialetto di Borgofranco, indica un bimbo particolarmente vispo e vivace: il soprannome di Marco, che suo nonno gli aveva dato da piccolo, e che adesso ha un duplice significato. La specialità del locale, infatti, sono le tradizionali miasse, spianate di farina di mais cotte su piastre di ferro scaldate dal fuoco, variamente e riccamente ripiene con ingredienti tipici della regione circostante. Formaggi e salumi, nei dintorni, non mancano certo: i taglieri qui diventano deliziosi, così come i piatti di carne piemontese; le salamelle alla patata, o il salignun, crema di ricotta con erbette aromatiche, sono assolutamente da provare. Nel menu, spiccano anche la fonduta con i porcini e la tipica, tradizionale bagna cauda. Il ritorno di Marco e Alexandra, per ritrovare le radici di una cultura gastronomica genuina, ha portato in più tutta l’esperienza di servizio maturata negli anni con lo street food: un felicissimo connubio, tutto da gustare.

Marco Omenetto e Alexandra Hantea, davanti al food truck utilizzato durante la loro attività di ristorazione ‘on the road’.

Da bere

Al Balmet dal Farinel, si possono ordinare i rinomati vini locali, o scegliere ottime birre: Kühbacher, la birra bavarese dal cuore italiano, si abbina perfettamente ai piatti serviti; alla spina, le specialità Kühbacher 1862, Kühbacher Red, Kühbacher Export, e la craft italiana La Vallaise.

di Lorenzo Viganò